di Carmine Fotina
da Il Sole 24 Ore (29 ottobre 2011)
ROMA
Un'Agenzia snella, che metta d'accordo i vari ministeri coinvolti e che punti con più efficacia sui mercati emergenti. L'identikit dell'Ice-2 esce quasi definito dalla prima delle due giornate degli Stati generali del commercio estero. Dopo le anticipazioni delle settimane scorse (si veda Il Sole 24 Ore del 14 ottobre) è direttamente il premier Silvio Berlusconi a confermare che nascerà una nuova Agenzia per la promozione e internazionalizzazione delle imprese. Dunque, dopo gli effetti disastrosi denunciati da centinaia di aziende dopo la soppressione dell'Ice, il governo fa dietrofront dopo appena tre mesi. Sarà un'«Agenzia che lavorerà sotto la direzione dello Sviluppo economico e del ministero degli Esteri – continua Berlusconi –, con l'esperienza dell'Ice alle spalle potremo mettere in piedi un organismo assolutamente snello e capillarmente diffuso in tutti i Paesi del mondo a cominciare dai mercati più interessanti». La nuova Agenzia dovrà lavorare d'intesa con la cabina di regia aperta «alle associazioni degli imprenditori, la Confindustria, l'Unioncamere, l'Abi e tutti protagonisti del settore dell'industria che produce beni rivolti all'esportazione».
È un Berlusconi in vena di battute quello che si presenta a una platea di circa mille tra imprenditori e operatori dell'export. «Bisogna fare lezioni a tutti i nostri uomini all'estero sulle storielle da raccontare perché una storiella pulisce dal pessimismo e dai pensieri tristi» dice raccontando una barzelletta sul suo conto attribuendola a Putin. Poi l'invito, basato sulla sua esperienza, «a non entrare in politica perché ve ne pentireste subito dopo». Il premier torna sull'importanza di un'efficace «diplomazia commerciale», tasto su cui prima di lui aveva già battuto il ministro degli Esteri Franco Frattini definendola una delle priorità della Farnesina.
La platea ascolta gli interventi dei politici con attenzione ma si percepisce che la fiducia è inevitabilmente condizionata alle scelte che verranno prese. Il viceministro dello Sviluppo economico con delega al commercio estero, Catia Polidori, individua cinque punti per il rilancio (si veda Il Sole 24 Ore di ieri): la nuova Agenzia; armonizzare con una unica sede di regia le politiche di promozione nazionali e locali; misure di sostegno alla crescita dimensionale delle imprese e all'internazionalizzazione; una migliore attività di comunicazione istituzionale per il made in Italy; iniziative a livello multilaterale, con l'etichettatura obbligatoria per le importazioni da Paesi extra Ue, e più lobby in sede Ue per superare le barriere non tariffarie. Se ne discuterà anche oggi, nella seconda giornata in cui ad entrare nel dettaglio delle proposte saranno i sei rappresentanti del made in Italy scelti dal viceministro (Michele Bauli, Luca Poncato, Roberto Snaidero, Simone Bettini, Maurizio Marinella, Rodolfo Ortolani).
Ieri non sono mancati i riferimenti alle strategie degli organismi internazionali, con gli interventi di Karel De Gucht, commissario europeo al commercio con l'estero, Marcin Korolec, presidente del consiglio Ue per il commercio con l'estero, e Lamberto Zannier, segretario generale dell'Ocse. Il commissario De Gucht, in particolare, ha annunciato che presenterà a breve uno strumento che dovrà garantire alle imprese europee un migliore accesso alle commesse e agli appalti pubblici all'estero. Ma è stato inevitabile che a rubare almeno in parte la scena ai relatori fosse l'ex Ice. Un gruppo di dipendenti si è presentato in sala con inequivocabili t-shirt con la scritta "Giù le mani dall'Ice", sintetizzando la preoccupazione per un piano che prevede di riassorbire solo 300 persone, circa metà della rete italiana, e non dà alcuna garanzia ai 107 vincitori del concorso pubblico bandito dall'ormai soppresso ente nel 2008 e concluso con graduatoria pubblicata il 30 aprile 2010. Sulla nuova Agenzia aleggia ancora qualche dubbio: la definizione è demandata al decreto sviluppo, di cui non si conoscono con certezza i tempi, e circolano al momento due bozze diverse, una partorita dal ministro dello Sviluppo Paolo Romani, l'altra da Massimo Calearo, consigliere del premier per l'export. E c'è perfino chi non eslcude, in extremis, un cambio di rotta che vedrebbe la creazione di un'Agenzia aperta anche ai privati.
Ma non basta, perché torna a circolare perfino l'idea di rimettere in piedi il ministero del Commercio estero. Per ora è soprattutto una proposta di Massimo Calearo, anche se il tema ieri ha fatto capolino anche tra gli imprenditori in platea.
Nessun commento:
Posta un commento