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Allarme imprese sul dopo-Ice

di Rita Fatiguso
da Il Sole 24 Ore (8 ottobre 2011)

L'attesa di una soluzione è snervante. Quasi quanto la spunta degli eventi in calendario da luglio fino al 31 dicembre annullati dopo la chiusura "al buio" dell'Istituto per il commercio con l'estero. A far la conta sono gli stessi imprenditori rimasti a metà del guado per la cancellazione delle fiere programmate con il supporto dell'Istituto, dichiarato ormai estinto per decreto.
«Non so più se l'Ice c'è ancora oppure no. Per le piccole e medie imprese che guardano all'estero, questo è un ulteriore motivo di preoccupazione».
È preoccupato Roberto Snaidero, presidente di Federlegno Arredo in partenza per i Saloni WorldWide di Mosca, evento che si farà la prossima settimana anche senza il contributo dell'Ice. E continua: «Come potremmo non farlo? Abbiamo stretto i denti. Il mercato russo è in ripresa, non possiamo non esserci. Dobbiamo recuperare rispetto al calo del 2008-2009. Piuttosto, sono preoccupato perchè stiamo affrontando l'estero senza un ente che ci rappresenti, non possiamo più sprecare tempo».
A Roberto Snaidero, che siede a uno dei sei tavoli del made in Italy chiamati dal sottosegretario allo Sviluppo economico Catia Polidori a presentare proposte entro il roadshow del 28-29 ottobre, fa eco, da Colonia, dove oggi apre i battenti Anuga, la più prestigiosa fiera dell'alimentare, Filippo Ferrua, presidente di Federalimentare.
«L'industria alimentare sta mostrando grandi capacità - dice Ferrua – facendo diventare trainante l'export del Paese, un risultato positivo ottenuto nonostante la soppressione dell'Ice che, comunque, continua ad assisterci con la sua struttura. Di cui però si continua ad attendere un progetto alternativo, capace di soddisfare le esigenze delle nostre piccole e medie imprese».
L'attesa, appunto. Interventi tampone, in mancanza di un periodo transitorio, sono stati destinati dal ministero per lo Sviluppo a manifestazioni considerate strategiche.
Come Anuga, per l'appunto, della quale l'Italia quest'anno è per la prima volta partner, proprio grazie all'attività dell'Ice. Circa 300 operatori si erano messi in lista di attesa per i padiglioni tematici, gli organizzatori hanno stipulato un accordo con il ministero dello Sviluppo economico che si è accollato il compito di fare da interfaccia per la collettiva ex-Ice già organizzata offrendo alle aziende lo stesso pacchetto.
Ma per altre manifestazioni meno grandi (ma non meno importanti) per le quali non è stato possibile trovare fondi di emergenza non c'è stato molto da fare. Cancellate, senza pietà. Nel tabellone qui a fianco qualche esempio di manifestazioni sfumate, specie nel tessile, alimentare, eventi dedicati alla promozione e all'export di beni strumentali. Sono questi i settori più penalizzati dalla chiusura, in piena estate e a metà programmazione, dell'Ice. Il core del made in Italy.
Un calendario che continuerà a perdere pezzi, quasi di default. Per restare nell'ambito alimentare, all'FHC di Shanghai, una manifestazione in crescita costante in un mercato, quello cinese, in cui le importazioni di prodotti agroalimentari made in Italy, anche se con volumi ancora modesti, crescono a una velocità media del 70-80% annua, l'Ice aveva strappato l'anno scorso un piazzamento di primo piano.
Il Padiglione tricolore era piazzato all'ingresso dell'area espositiva, in diretta concorrenza, anche fisica, con spagnoli e francesi. Quest'anno ci si aspettava una media di 80-100 aziende italiane e un programma di seminari, degustazioni, dimostrazioni di cucina, missioni guidate di buyers cinesi e incontri con la stampa specializzata che, ormai è evidente, all'FHC edizione 2011 non ci saranno. Con gran vantaggio - chi può dubitarne? - proprio dei competitor spagnoli e francesi.

1 commento:

  1. Quello che lascia interdetti è la mancanza di strategia del governo. Mi spiego meglio. A fronte della soppressione dell'ICE quale soluzione si prospetta per favorire l'internazionalizzazione delle imprese italiane? Nessuno lo ha ancora spiegato, e i soggetti industriali sono stati lasciati (ancora una volta) a sbrigarsela da soli. Questo è davvero inaccettabile. La ripresa dell'economia italiana sarà guidata dalle PMI, che costituiscono l'eccellente tessuto imprenditoriale italiano che ha dimostrato dal dopoguerra in poi di saper reagire adattandosi con successo ai cambiamenti della società. E il Governo quale ruolo si è ritagliato per favorire la reazione delle imprese, che parte anche dal competere nei mercati esteri? Stiamo aspettando che ce lo faccia sapere.
    Distinti saluti

    Mario Cacini

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