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ICE: SINDACATI, PARADOSSALI NUOVE SPESE A SUA ELIMINAZIONE

di Pietro Battistella

(AGENPARL) - Roma, 19 set - "L’articolo apparso su Affaritaliani.it del 14 settembre offre l’ennesimo spunto di riflessione sulla materia dell’internazionalizzazione, un tema di stretta attualità e che sempre più spesso, soprattutto dopo la soppressione dell’ICE con la manovra finanziaria del luglio scorso, trova spazio sui giornali". Lo si legge in una nota di Cgil, Cisl, Uil, Cisal, Fialp sull'ex Ice.

"L’articolo tratta del (sembra) imminente varo dell'Agenzia per l'internazionalizzazione del Lazio che dovrebbe accompagnare e sostenere gli investimenti e le attività delle imprese laziali all'estero. Sarebbe, pertanto, iniziata la corsa a riempire il vuoto lasciato dalla chiusura dell’ICE che, per usare un termine eufemistico, si conferma essere stata quanto meno affrettata. E per fare questo non si rinuncia a creare ex novo delle strutture con funzioni e attività che l’ex ICE ha svolto per 85 anni. Certo sarebbe interessante sapere quanto tutto questo peserà, in termini di spesa pubblica, sul bilancio dello Stato visto che la istituenda agenzia, che vedrebbe il coinvolgimento anche della Regione e del Comune di Roma, dovrebbe avere un personale, degli uffici, ma soprattutto degli organi direttivi (presidente, direttore, CdA). Può apparire superfluo, ma è utile ricordare che le Camere di Commercio hanno, tra le proprie entrate, anche finanziamenti pubblici. Non è invece superfluo ricordare che la cancellazione dell’ICE è avvenuta per mezzo di un decreto legge che porta come titolo “Misure per la stabilizzazione finanziaria” a conferma del fatto che quella norma avrebbe dovuto contenere solo misure atte a riportare sotto controllo il deficit dello Stato. Il danno è che l’eliminazione dell’ICE non solo non ha prodotto alcun risparmio di spesa, ma ha privato il sistema pubblico dell’internazionalizzazione di uno strumento la cui validità e utilità vengono sempre più evidenziate dagli operatori del settore. Ma ancora più grave (e paradossale) sarebbe la beffa se, a causa della soppressione dell’ICE, il bilancio dello Stato fosse gravato da ulteriori spese derivanti dalla nascita di organismi che andrebbero ad affollare il già intasato sistema pubblico dell’internazionalizzazione. In questa fase di estrema confusione, l’ICE potrebbe venir immediatamente riattivato, con tutte le sue strutture (i DPCM di applicazione della legge non sono stati ancora predisposti), rispondendo intanto alle urgenze delle aziende di continuare a presidiare i mercati internazionali. Alla Politica poi la delega a trovare soluzioni di riordino complessivo e di potenziamento degli strumenti pubblici nazionali a sostegno delle imprese".

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