(AGENPARL) - Roma, 19 set - "Dopo la soppressione dell’Istituto nazionale per il Commercio Estero (Ice), la situazione finanziaria di cio’ che rimane dell’istituto è sempre più critica. Proprio in questi giorni gli uffici ex ICE in Italia e all'estero hanno ricevuto una comunicazione in cui si dice testualmente che 'a causa della critica situazione di liquidità dell'ex ICE' occorre limitare la spesa e, soprattutto, che 'fino all'auspicata soluzione della crisi di liquidità, non sarà possibile soddisfare per intero le esigenze di trasferimento fondi manifestate dagli uffici'". A denunciarlo il Coordinamento Nazionale FLP MISE – ex ICE in un comunicato. "In realtà, le spese della rete, peraltro limitate all'ordinaria amministrazione in base alla 111/2011, sono gia' ridotte al minimo indispensabile e riguardano voci ineliminabili, quali stipendi, indennità ed utenze, tutti impegni assunti prima del 6 luglio. Destinare fondi inferiori alle necessità non significa tagliare il superfluo, ma non far fronte agli impegni assunti e non poter assicurare il funzionamento regolare degli Uffici. Di spese superflue, infatti, già non ce ne sono. Se la situazione di liquidità era cosi' grave, perche' è stata frettolosamente riavviata, sia pure in maniera limitata, l'attività promozionale? Cio', tanto più che in una comunicazione del 15 luglio il dirigente delegato aveva testualmente scritto che nessun nuovo impegno contrattuale poteva essere assunto successivamente alla data del 6 luglio dal momento che avrebbe "ecceduto l'ordinaria amministrazione, intendendo sia le obbligazioni passive che attive". Cosa è cambiato da allora? Perche' si è ripresa l'attività promozionale anche per iniziative per le quali non erano stati assunti impegni di spesa? Perche' si destinano fondi per la promotion e poi si scrive agli uffici che i soldi non bastano? In questa situazione, se si vuole che l’attività sia ripresa, come tutti a cominciare dal personale ex ICE auspicano, occorre prima destinare risorse aggiuntive, garantendo il funzionamento regolare e non mettendo a rischio il puntuale adempimento degli obblighi esistenti. La ripresa, peraltro molto relativa, dell’attività non puo’ e non deve avvenire a scapito dei diritti del personale. Sarebbe assurdo non onorare gli impegni di spesa assunti prima del 6 luglio, come la legge espressamente impone, per realizzare nuove iniziative promozionali e coprire cosi' la situazione paradossale determinatasi con la soppressione dell'ICE. Non è colpa dei lavoratori, anche di nazionalità estera, se l'ente è stato soppresso e non debbono essere loro a pagare per i veri responsabili!".
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