MANOVRA: L'ICE VERSO IL RIORDINO PASSA ALLA FARNESINA
da AgenParl (01 luglio 2011)
Roma, 01 lug - Parola d'ordine: razionalizzare. Questa la difficile sfida a cui la manovra economica chiama l'Ice, l'Istituto nazionale per il commercio estero. Gli uffici nel nostro Paese passeranno dagli attuali quattordici a due, con sede a Roma e Milano, e molti dipendenti che ora operano in Italia saranno trasferiti negli uffici esteri. Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ieri in conferenza stampa ha parlato di duecento unità. Si mira quindi a rafforzare il ruolo degli snodi all'estero e così l'intera rete passa dalla competenza del Ministero dello Sviluppo Economico alla Farnesina. Ma al riordino, nelle intenzioni del Governo, deve seguire il rilancio: l'export è uno dei settori che guideranno la ripresa economica del Paese, l'unico che in questo periodo dà segni di vitalità.
Un piano di riforma degli attori del Sistema Italia nel mondo era nell'aria da tempo: già nel settembre scorso l'ex viceministro competente, Adolfo Urso, era sul punto di presentarlo, ma poi venne l'uscita dal Governo di Fli. Nel mese di febbraio terminava la delega per il riordino del settore e l'esecutivo, rimasto a lungo senza tasselli fondamentali per la governance dell'export, l'ha lasciata scadere. L'Ice ha vissuto negli ultimi anni una diminuzione delle risorse pubbliche: "Il contributo di funzionamento è passato da oltre 100 milioni di euro nel 2008, ai 74,3 milioni di euro previsti per il 2011 (-26%) - spiegava il Presidente Umberto Vattani in audizione alla Camera lo scorso febbraio - Contemporaneamente per le attività promozionali il finanziamento pubblico è passato da 56 milioni di euro nel 2010 ai 37,5 milioni previsti per il 2011 (-33%)".
da AgenParl (01 luglio 2011)
Roma, 01 lug - Parola d'ordine: razionalizzare. Questa la difficile sfida a cui la manovra economica chiama l'Ice, l'Istituto nazionale per il commercio estero. Gli uffici nel nostro Paese passeranno dagli attuali quattordici a due, con sede a Roma e Milano, e molti dipendenti che ora operano in Italia saranno trasferiti negli uffici esteri. Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ieri in conferenza stampa ha parlato di duecento unità. Si mira quindi a rafforzare il ruolo degli snodi all'estero e così l'intera rete passa dalla competenza del Ministero dello Sviluppo Economico alla Farnesina. Ma al riordino, nelle intenzioni del Governo, deve seguire il rilancio: l'export è uno dei settori che guideranno la ripresa economica del Paese, l'unico che in questo periodo dà segni di vitalità.
Un piano di riforma degli attori del Sistema Italia nel mondo era nell'aria da tempo: già nel settembre scorso l'ex viceministro competente, Adolfo Urso, era sul punto di presentarlo, ma poi venne l'uscita dal Governo di Fli. Nel mese di febbraio terminava la delega per il riordino del settore e l'esecutivo, rimasto a lungo senza tasselli fondamentali per la governance dell'export, l'ha lasciata scadere. L'Ice ha vissuto negli ultimi anni una diminuzione delle risorse pubbliche: "Il contributo di funzionamento è passato da oltre 100 milioni di euro nel 2008, ai 74,3 milioni di euro previsti per il 2011 (-26%) - spiegava il Presidente Umberto Vattani in audizione alla Camera lo scorso febbraio - Contemporaneamente per le attività promozionali il finanziamento pubblico è passato da 56 milioni di euro nel 2010 ai 37,5 milioni previsti per il 2011 (-33%)".
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