Da Leggo del 29 giugno 2010:
Le mie fatiche per un posto nell'ente inutile
di Marco Pasciuti
«Avevo cominciato a programmarmi la vita, poi è crollato tutto». Giulio Giangaspero, 31 anni, bolognese,laureato in scienze politiche, oggi avrebbe dovuto avere un lavoro. Ne aveva diritto: «Ho vinto il concorso bandito dall’Istituto per il commercio estero, eravamo 16.000, siamo passati in 107». Dopo un anno e mezzo di prove, il 30 aprile, la graduatoria pubblicata in Gazzetta Ufficiale, Giulio era il ragazzo più felice del mondo.
Poi, il 24 maggio, la notizia: con la manovra il governo includeva l’Ice nella lista degli enti inutili e lo tagliava in nome del risparmio. Pochi giorni dopo il dietrofront, ma la sopravvivenza è tornata in discussione al Senato. «Mi sento come un maratoneta che arriva al traguardo e gli viene detto: “Spiacenti, lo abbiamo spostato qualche km più in là”». Ma il traguardo potrebbe non arrivare: «Ora si parla di soppressione, di accorpamento dell’ente sotto una società per azioni. I nostri posti sono a rischio. In Italia nulla, neanche lo Stato, garantisce il rispetto delle regole: lauree, dottorati, master non servono a nulla». Impossibile parlare di futuro: «La fuga all’estero? Se un tempo era l’extrema ratio, oggi è diventata quasi una necessità».
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