Viva l'Ice, anzi no. I balletti sull'ente (forse) soppresso non sono finitidi Franco Adriano da Italia Oggi (07 luglio 2011)
Strano caso quello dell'Istituto per il commercio estero. Soppresso per decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale ieri sera, ha generato un dibattito negli ultimi giorni che ha costretto molti autorevoli esponenti, su tutti il ministro allo Sviluppo economico, Paolo Romani, e la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ad autentiche piroette verbali: prima contrarissimi poi entrambi d'accordo. Da ultimo la norma su cui stanno aumentando le resistenze di sindacati e piccole imprese, nel comunicato ufficiale del governo è stata rappresentata come una «soppressione» che verrà fatta con la «partecipazione di Confindustria e delle associazioni industriali». Poi ha preso la parola il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, definendo l'operazione «un'integrazione». Infine, l'interpretazione di Romani: si tratterebbe solo di «razionalizzazione». Il personale dell'istituto per il commercio estero sarà infatti «accorpato alle ambasciate, in modo che le imprese abbiano un solo referente per i loro rapporti con l'estero». In realtà l'Ice sta per diventare uno dei terreni di scontro sulla manovra in parlamento e nelle piazze. E proprio sulla soppressione dell'Ice è tornato a sparare contro il governo perfino il finiano quasi pentito, Adolfo Urso, ex vice-ministro al Commercio estero che si era visto bocciare la sua riforma dell'istituto che avrebbe fatto risparmiare il 40 per cento dei costi di gestione, accorpando in un'unica spa la babele delle sette diverse società ed enti «che operano in modo disorganico per la promozione dell'Italia nel mondo». Urso va giù duro: «Sarebbe un colpo mortale al made in Italy, soprattutto alle piccole e medie imprese». I dirigenti dell'istituto sostengono che la cancellazione non determinerà economie «in quanto le funzioni attribuite all'Ice e le risorse di personale, finanziarie e strumentali sono trasferite al ministero dello Sviluppo economico»; ma in più «non si avrà unicità di interlocutori sui mercati esteri permanendo una duplicità di azione tra ministero Affari esteri e ministero Sviluppo economico». Tuttavia, con la creazione della cabina di regìa (nel decreto) gli interessi sulle ex competenze dell'Ice da oggi non sono più attribuibili solo ai ministri Frattini e Romani, ma anche a Unioncamere, Abi oltre naturalmente a Confindustria.
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