Presidio Fp-Cgil, 800 lavoratori dell'Ice perderanno il lavoro
di Valerio Renzi
da Nuovo Paese Sera (05 luglio 2011)
Questa mattina a fare la voce grossa sotto al ministero dell'Economia sono soprattutto gli impiegati dell'Istituto Nazionale del Commercio Estero. Con la manovra saranno mandati a spasso 700 dipendenti di ruolo e circa 80 precari vincitori di concorso. Di Berardino: "Nei prossimi mesi mobilitazione di tutto il Paese per far cambiare direzione alle scelte economiche del governo"
Al presidio indetto stamattina dalla Fp-Cgil di Roma a fare la voce grossa contro la manovra finanziaria sono soprattutto i lavoratori dell'Ice (l'Istituto Nazionale del Commercio Estero), armati di fischietti e slogan, che sarà soppresso dalla manovra mandando a spasso 700 dipendenti di ruolo, circa 80 precari vincitori di concorso che non avranno diritto nemmeno agli ammortizzatori sociali, e un altro centinaio di dipendenti sparsi nel mondo.
"Ci sentiamo presi in giro dal governo" racconta uno dei precari dell'Istituto, "Tremonti e Berlusconi hanno avuto anche la faccia tosta di andare in conferenza stampa a raccontare che l’Ice sarebbe stato potenziato invece viene semplicemente dismesso e le sue funzioni verranno assunto tra il Ministero del Commercio e quello degli Esteri. E’ una cosa inutile e dannosa per lo sviluppo: l’Ice infatti è una struttura flessibile e centralizzata allo stesso tempo, con autonomia finanziaria e in grado di dare servizi utili ed efficienti alle piccole e medie imprese che si vogliono orientare per investire o commerciare con l’estero, che senso ha dismettere questa risorsa e spezzettare le competenze?”
Ma al di là delle buone ragioni per la sopravvivenza dell’Istituto è soprattutto il futuro occupazionale a spaventare i lavoratori che sono oggi sotto il Ministero, precari e non: “Come può pensare il governo di dismettere così un Istituto pubblico senza reintegrare e ricollocare i dipendenti? Chi ha quarantacinque anni quando mai lo ritroverà un lavoro? E i precari che hanno vinto un concorso e che ora si ritrovano di nuovo per strada?”.
Claudio Di Berardino, Segretario Generale della Cgil del Lazio, riporta la questione dell’Ice all’interno della battaglia contro la manovra finanziaria nel suo complesso: “E’ una manovra che deprime lo sviluppo e la crescita e che fa fare i sacrifici solo ai lavoratori, ai precari, alle famiglie, basta pensare al ritorno dei Ticket. Nei prossimi mesi sarà necessario mobilitare in tutto il paese tutte le categorie dei lavoratori per far cambiare direzione alle scelte economiche del governo. Nel Lazio poi in particolare vanno a pesare particolarmente i tagli nella pubblica funzione sul piano occupazionale, il Governo e gli amministratori locali dovrebbero essere meno succubi della Lega e far valere i diritti e la garanzia occupazionale per questi lavoratori.”
di Valerio Renzi
da Nuovo Paese Sera (05 luglio 2011)
Questa mattina a fare la voce grossa sotto al ministero dell'Economia sono soprattutto gli impiegati dell'Istituto Nazionale del Commercio Estero. Con la manovra saranno mandati a spasso 700 dipendenti di ruolo e circa 80 precari vincitori di concorso. Di Berardino: "Nei prossimi mesi mobilitazione di tutto il Paese per far cambiare direzione alle scelte economiche del governo"
Al presidio indetto stamattina dalla Fp-Cgil di Roma a fare la voce grossa contro la manovra finanziaria sono soprattutto i lavoratori dell'Ice (l'Istituto Nazionale del Commercio Estero), armati di fischietti e slogan, che sarà soppresso dalla manovra mandando a spasso 700 dipendenti di ruolo, circa 80 precari vincitori di concorso che non avranno diritto nemmeno agli ammortizzatori sociali, e un altro centinaio di dipendenti sparsi nel mondo.
"Ci sentiamo presi in giro dal governo" racconta uno dei precari dell'Istituto, "Tremonti e Berlusconi hanno avuto anche la faccia tosta di andare in conferenza stampa a raccontare che l’Ice sarebbe stato potenziato invece viene semplicemente dismesso e le sue funzioni verranno assunto tra il Ministero del Commercio e quello degli Esteri. E’ una cosa inutile e dannosa per lo sviluppo: l’Ice infatti è una struttura flessibile e centralizzata allo stesso tempo, con autonomia finanziaria e in grado di dare servizi utili ed efficienti alle piccole e medie imprese che si vogliono orientare per investire o commerciare con l’estero, che senso ha dismettere questa risorsa e spezzettare le competenze?”
Ma al di là delle buone ragioni per la sopravvivenza dell’Istituto è soprattutto il futuro occupazionale a spaventare i lavoratori che sono oggi sotto il Ministero, precari e non: “Come può pensare il governo di dismettere così un Istituto pubblico senza reintegrare e ricollocare i dipendenti? Chi ha quarantacinque anni quando mai lo ritroverà un lavoro? E i precari che hanno vinto un concorso e che ora si ritrovano di nuovo per strada?”.
Claudio Di Berardino, Segretario Generale della Cgil del Lazio, riporta la questione dell’Ice all’interno della battaglia contro la manovra finanziaria nel suo complesso: “E’ una manovra che deprime lo sviluppo e la crescita e che fa fare i sacrifici solo ai lavoratori, ai precari, alle famiglie, basta pensare al ritorno dei Ticket. Nei prossimi mesi sarà necessario mobilitare in tutto il paese tutte le categorie dei lavoratori per far cambiare direzione alle scelte economiche del governo. Nel Lazio poi in particolare vanno a pesare particolarmente i tagli nella pubblica funzione sul piano occupazionale, il Governo e gli amministratori locali dovrebbero essere meno succubi della Lega e far valere i diritti e la garanzia occupazionale per questi lavoratori.”
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