tag:blogger.com,1999:blog-73481475885460020952024-03-12T17:54:25.063-07:00Comitato Vincitori Non Assunti ICEgasolinahttp://www.blogger.com/profile/14638310708070325857noreply@blogger.comBlogger115125tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-57662406829501294352016-02-09T01:48:00.000-08:002016-02-09T01:48:11.214-08:00Ancora su Buonitalia: I 19 ex dipendenti di Buonitalia spa non passano il test all’Istituto del commercio estero. Ma vanno assunti prima di chi ha vinto il concorso secondo il TAR LazioAncora Buonitalia<br />
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<a href="http://www.corriere.it/cronache/16_febbraio_06/tar-annulla-l-esame-b632744c-cd15-11e5-a5a3-6d487a548e4e.shtml" target="_blank">http://www.corriere.it/cronache/16_febbraio_06/tar-annulla-l-esame-b632744c-cd15-11e5-a5a3-6d487a548e4e.shtml</a>CoVICEhttp://www.blogger.com/profile/08564246875399710674noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-44948485357688469102012-12-02T01:55:00.001-08:002012-12-02T01:58:07.281-08:00Servizio di Report "L'internazionalizzazione" del 18/11/2012<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Cliccando sul link trovate il servizio di Report sull'ex Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE). Ci siamo anche noi<br />
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<a href="http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-4e58390b-acc1-4927-9ac6-7ca1cd3a634a.html">Report L'INTERNAZIONALIZZAZIONE</a></div>
gasolinahttp://www.blogger.com/profile/14638310708070325857noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-4635015685493952312012-12-02T01:44:00.000-08:002012-12-02T02:01:42.733-08:00I vincitori sconfitti dai «parenti»<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<i>Un concorso Ice molto ingiusto e 19 dipendenti a chiamata subito ricollocati</i><br />
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di Gian Antonio Stella<br />
(dal Corriere della Sera del 28 novembre 2012)<br />
<a href="http://archiviostorico.corriere.it/2012/novembre/28/vincitori_sconfitti_dai_parenti__co_0_20121128_9136e78a-3926-11e2-a7c4-d0d3d7d46035.shtml">Link all'articolo</a></div>
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gasolinahttp://www.blogger.com/profile/14638310708070325857noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-75583817790036508172012-12-01T00:13:00.000-08:002012-12-03T00:13:24.608-08:00Concorso vinto non fa precario assunto, amici e parenti fanno posto fisso<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
di Riccardo Galli<br />da Blitz quotidiano del 28/12/2012<div>
(<a href="http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/riccardo-galli-opinioni/concorso-precario-assunzione-parenti-amici-posto-fisso-1408943/">Link articolo originale</a>)<br /><br />ROMA – Conta più un amico che un concorso. Non è sfortunatamente uno slogan pubblicitario, ma quello che viene fuori da due storie, distinte ma legate, che racconta oggi Gian Antonio Stellasul Corriere della Sera. Due storie che raccontano come in Italia, per trovare lavoro, sia più importante avere il classico santo in paradiso che qualche competenza. Meglio vantare parenti dal nome pesante che, magari, la vittoria ad un concorso pubblico. Due storie che raccontano come 107 vincitori di un concorso siano, dopo 4 anni, ancora allegramente a spasso mentre 19 “amici di”, assunti per chiamata diretta in un ente poi fallito, siano stati fortuna loro salvati con decisione ad hoc.<br /><br />La storia dei 107 vincitori senza premio comincia nell’ormai lontano 2008, anno in cui l’Ice,l’Istituto per il Commercio Estero, emette un bando per 107 posti di lavoro. Alla prima scrematura, a Roma, si presentano in 15 mila aspiranti, una media di 140 per posto. Un migliaio di questi vengono scelti per accedere alla prova scritta e, circa un terzo di loro, 318 ad esser precisi, sono ammessi anche all’orale.<br /><br />Da questo escono ovviamente i 107 vincitori finali, 107 persone, aspiranti lavoratori che hanno superato una selezione difficilissima, selezione che ha scartato circa 14 mila novecento candidati su 15 mila, vale a dire il 99%. Quelli scelti devono essere certamente la creme de la creme, il meglio che si poteva trovare, persone preparate e competenti. Cosi perfetti per quei posti che vincono sì il concorso, ma il lavoro non arriva. Vengono lasciati i 107 in attesa che si liberi qualche posto all’Ice. Sono bravi e serviranno a rimpiazzare chi se ne andrà, una sorta di panchina lunga applicata al settore pubblico. Poteva andar meglio certo, ma in fondo saranno i primi ad essere presi quando ci sarà posto. Meglio essere primi della lista d’attesa che essere fuori del tutto. O forse no?<br /><br />Non sapevano allora, i 107, che 5 anni prima del loro concorsone Gianni Alemanno, quello il cui mandato da sindaco di Roma sarà inevitabilmente accostato a parentopoli e agli scandali delle assunzioni facili, allora ministro dell’Agricoltura, aveva creato “Buonitalia”. Una Spa pensata per “promuovere e diffondere nel mondo la conoscenza del patrimonio agricolo e agroalimentare italiano”, esattamente quello che l’Ice fa dal 1926. Con una differenza sostanziale, il nuovo ente ha bisogno di nuovo personale, 19 persone assunte per chiamata diretta. Buonitalia, come lo definisce Stella, è un “postificio” che imbarca “amici, parenti, camerati e compagni di partito”.<br /><br />Destino di un ente siffatto, nemmeno a dirlo, buchi di bilancio e risultati nulli. Un’esperienza talmente grottesca che Giancarlo Galan, arrivato al ministero dell’Agricoltura nel 2010 conBerlusconi, cioè con la stessa maggioranza di Alemanno, invoca su Buonitalia un’inchiesta della Corte dei Conti: “Magari non ci sarà nulla di penalmente rilevante, ma di politicamente osceno c’è molto di sicuro”.<br /><br />Ma Buonitalia, nonostante gli scandali, rimane lì. Come i 107 del concorso ancora in attesa di un posto. Finchè, un bel giorno, l’arrivo dei tecnici e della spending review decidono che quella Spa è una follia inutile e costosa e, dopo quasi dieci anni di vita, la chiudono. I 19 dipendenti amici di, ovviamente, rimangono a spasso ma, a differenza dei 107, in quanto amici godono dell’indignazione parlamentare che si rifiuta di lasciarli senza posto di lavoro.<br /><br />“La ricollocazione dei 19 dipendenti nell’ambito della Pubblica Amministrazione – fa notare il ministro Mario Catania – nel caso di specie non è possibile, atteso che tale scelta si porrebbe in contrasto con il vincolo costituzionale del concorso pubblico, previsto in relazione alle procedure di assunzione negli organismo dello Stato”. Ma in fondo chi se ne frega della Costituzione, così con un emendamento i 19 vengono salvati e saranno, con ogni probabilità, assorbiti dall’Istituto per il Commercio Estero, che nel frattempo ha cambiato nome ma non compiti e, soprattutto, con buona pace dei 107 che si sono visti agilmente superati, dopo giusto 4 anni di attesa, dai parenti di. In fondo, chi ha un titolo, può sempre spenderlo all’estero.<br /></div>
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gasolinahttp://www.blogger.com/profile/14638310708070325857noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-34870611867060113402012-10-17T01:40:00.004-07:002012-12-02T02:03:59.233-08:00Concorso ICE: una storia infelice<iframe width="640" height="360" src="http://www.youtube.com/embed/FaUR2Oi9qak" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>
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Il Comitato Vincitori Non Assunti ICE (Istituto nazionale per il Commercio Estero) si batte dal 2010 per l'assunzione dei vincitori al concorso per esami a 107 posti da funzionario ICE.<br />
Contro l'abbandono del diritto e della legalità, aiutaci a diffondere la nostra battaglia.<br />
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SALVA UN DIRITTO, ADOTTA UN VINCITORE DI CONCORSO ICE</div>
</div>gasolinahttp://www.blogger.com/profile/14638310708070325857noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-62983197465847006322012-10-03T00:42:00.001-07:002012-10-03T00:42:48.059-07:00Buonitalia: una storia indigesta<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br /><br />Questa ennesima storia italiana inizia nel lontano luglio 2003. Alla guida del Ministero delle politiche agricole c’è l’attuale sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Come spesso accade ai grandi statisti, ha un lampo, una visione… “promuovere e diffondere nel mondo la conoscenza del patrimonio agricolo e agroalimentare italiano”. Condivide l’idea con i suoi collaboratori, ne sono entusiasti. Bisogna subito creare una S.p.a. a capitale interamente pubblico che opererà quale strumento del Ministero. <br /><br />Si, ma come chiamarla? AgrItalia, Agroalimentalia? Il brainstorming è serrato. Le risorse del Ministro sono messe a dura prova ma il risultato è da grande agenzia di comunicazione, Buonitalia. <br /><br />Resta solo un piccolo dettaglio da regolare, un’istituzione pubblica che ha questa finalità esiste già dal 1926, si chiama Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE). Un nome freddo, burocratico, ma nel ’26 non c’erano certo gli stessi geni della comunicazione di oggi. <br /><br />La legge di riforma dell’ICE del 1997 parla chiaro. Secondo l’art. 2, comma h, l’Istituto “promuove e assiste le aziende del settore agro-alimentare sui mercati esteri”, ma poco importa siamo in Italia, anzi nella Buona Italia. Siamo nel paese del two is megl’ che one. Poi diciamocelo francamente, questo comma è all’articolo 2, chi si è mai spinto a leggere una legge oltre l’articolo 1. <br /><br />È così nasce la favola di Buonitalia. Un’azienda in cui vengono versati 50 milioni di euro e dove l’assunzione del personale avviene a chiamata diretta secondo uno schema talmente efficiente da essere riproposto in Atac e Ama in un secondo tempo, ma questa è un’altra storia. <br /><br />La parabola di Buonitalia non è purtroppo delle migliori, forse il nome non è stato di buon auspicio, e il tentativo del Ministro leghista Zaia di rilanciarla facendone uno strumento di promozione quasi esclusiva del nord-est non fa che allungare la lista di creditori: Verona Fiere chiede 3,5 milioni di euro, la federazione nazionale rugby ne vuole 600mila, Unioncamere lombarda 300mila, la Biennale Venezia 300mila, Università di Verona 27mila… <br /><br />Ed è cosi che Buonitalia finisce in liquidazione. I 19 dipendenti assunti a chiamata diretta si rivolgono al Ministero delle politiche agricole per essere tutelati. L’11 luglio la questione è oggetto di un’indagine conoscitiva al Senato. <br /><br />Il Senatore Tedesco si batte in Aula: “è quanto mai opportuno ricollocare i 19 dipendenti di tale società nell'ambito del MIPAAF o eventualmente anche nell'ambito di organismi pubblici per la promozione del made in Italy, in modo tale da salvaguardare la posizione lavorativa di tali soggetti”. Ma il Ministro delle politiche agricole, Mario Catania, è costretto a ricordare le regole della Costituzione: “<b>Riguardo a Buonitalia S.p.a., la ricollocazione dei 19 dipendenti nell'ambito della pubblica amministrazione nel caso di specie non è possibile, atteso che tale scelta si porrebbe in contrasto con il vincolo costituzionale del concorso pubblico</b>, previsto in relazione alle procedure di assunzione negli organismi dello Stato. Manifesto comunque apertura rispetto ad eventuali future soluzioni, individuate in sede parlamentare, rispetto ai dipendenti della società Buonitalia S.p.a.”. <br /><br />Insomma priorità a chi ha vinto un concorso! Bravo è questa la buon’Italia che vogliamo! <br /><br />Poi in luglio arriva il famigerato Spending review. Basta sprechi, d’ora in poi spese razionalizzate e rispetto delle regole. Che declinato all’ambito della Pubblica Amministrazione dovrebbe significare l’utilizzo e la messa in valore di risorse umane già selezionate tramite concorso pubblico e in attesa da anni di essere assunte. Certo. <br /><br />Ma ancora una volta pensiero e azione parlano linguaggi diversi. Ed è così che nel capitolo “Soppressione, accorpamento e riorganizzazione di enti e organismi”, alla voce Buonitalia troviamo il trasferimento di tutto il contenuto di questa azienda di successo all’ICE, ossia funzioni e risorse umane. Ma non c’era un vincolo costituzionale, Ministro? <br /><br />Ricapitolando per chi si fosse distratto, l’ICE assorbirà dunque 19 dipendenti a tempo indeterminato di Buonitalia che a suo tempo furono assunti a chiamata diretta! Invece noi, che l’unica chiamata diretta l’abbiamo avuta per presentarci al concorso, durato quasi due anni, con 17 mila partecipanti, una prova preselettiva, due scritte, una orale, all’ICE non abbiamo ancora messo piede. <br /><br />A questo punto è chiaro che il rispetto delle regole è fuori moda, si era capito da tempo ma poi lo si vive sulla propria pelle giorno per giorno e le cose cambiano. Per questo noi Vincitori del concorso ICE non assunti vogliamo facilitare la vita della nostra classe politica e proporre una soluzione per rimediare ai continui strappi costituzionali di cui siamo vittime. <br /><br />L’idea è semplice e il risultato assicurato. Ministro Passera, per favore, crei una S.p.a. con un nome accattivante. Vincitalia, Concorsalia, McItalia… poi assuma noi vincitori del concorso per chiamata diretta. Il seguito lo conosce. Liquidazione e trasferimento all’ICE, proprio in quell’ICE dove dovremmo lavorare dal 2010 ma dove non riusciamo entrare per aver erroneamente cercato di rispettare le regole. <br /><br /> <br /><br />Comitato Vincitori non Assunti ICE <div>
comitatoice@gmail.com</div>
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gasolinahttp://www.blogger.com/profile/14638310708070325857noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-53332625619339541052012-03-10T07:27:00.004-08:002012-03-10T07:33:27.185-08:00Valerio e il concorso vinto nell'ente che non c'è più<span style="font-weight: normal; "><i></i></span><span style="font-weight: normal; "><span><i>Articolo di Fabio Savelli</i></span></span><div style="font-weight: normal; "><span><span><i>Su www.corriere.it - blog "La nuvola del lavoro"09/03/2012</i></span></span></div><div style="font-style: normal; "><span><span><br />“Dimenticato”, la prima parola che gli viene in mente. “Selezionato”, potrebbe essere la seconda. <b>Valerio Soldani è tra i 107 vincitori dell’ultimo concorso bandito dall’Ice, l’istituto per il commercio estero</b>, soppresso a luglio scorso per volere dell’allora ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Valerio racconta alla Nuvola cosa ricorda di quell’8 aprile di due anni fa.</span></span></div><div style="font-weight: normal; font-style: normal; "><span><span><br /></span></span></div><div style="font-style: normal; "><span><span>Giorno della pubblicazione della graduatoria finale al termine di un iter selettivo durato ulteriori due anni. <b>Una prova di pre-selezione, due scritte, tre orali con due colloqui in altrettante lingue straniere</b>. “Due anni sui libri - dice – su materie come economia internazionale, marketing, tecnica degli scambi, diritto amministrativo”.</span></span></div><div style="font-weight: normal; font-style: normal; "><span><span><br /></span></span></div><div style="font-style: normal; "><span><span>Posizione da ricoprire? Funzionario amministrativo fascia C1. Proprio nell’istituto fino a pochi mesi fa deputato a fungere da amplificatore del made in Italy nel mondo. Quell’ente – accusato negli ultimi anni di essere un moltiplicatore di spesa pubblica - <b>ma originariamente destinato ad essere l’elemento di raccordo tra il ministero degli Esteri e quello dello Sviluppo Economico</b>, a dover interpretare il ruolo di cassa di risonanza e di strumento propulsore delle iniziative degli enti-fiera e delle camere di commercio.</span></span></div><div style="font-weight: normal; font-style: normal; "><span><span><br /></span></span></div><div style="font-style: normal; "><span><span>“A distanza di due anni non so cosa ne sarà di me – continua Valerio – <b>perché nella legge di conversione del decreto di luglio 2011 il legislatore ha previsto il trasferimento delle funzioni attribuite all’Ice</b> (comprese le risorse di personale, strumentali e finanziarie, ndr.) al ministero per lo Sviluppo Economico, <b>ma si è totalmente dimenticato di noi</b>”.</span></span></div><div style="font-weight: normal; font-style: normal; "><span><span><br /></span></span></div><div style="font-style: normal; "><span><span>Nessuna disposizione, nessun chiarimento normativo, nonostante diverse interrogazioni parlamentari sia alla Camera sia al Senato, ma che finora non hanno portato ad alcun risultato. “<b>Soprattutto – rincara Valerio – ciò che mi sorprende è che stato persino tutelato il personale di diritto estero</b> (per la gran parte di nazionalità straniera, ndr.), <b>ma è stata omessa la questione delle graduatorie pendenti</b>”.</span></span></div><div style="font-weight: normal; font-style: normal; "><span><span><br /></span></span></div><div style="font-style: normal; "><span><span>Ora la promessa dell’esecutivo Monti di istituire un’agenzia per la internazionalizzazione che dovrebbe fare le veci del defunto istituto sembrerebbe poter aprire scenari favorevoli. <b>Al netto del blocco del turn-over sancito nelle ultime manovre finanziarie che prevede l’inserimento nelle amministrazioni pubbliche del 20% del personale andato in pensione.</b> Principio che finora ha permesso l’assunzione di soli quattro tra i 107 vincitori del concorso. Per gli altri 103 non v’è certezza.</span></span></div><div style="font-weight: normal; font-style: normal; "><span><span><br /></span></span></div><div style="font-style: normal; "><span><span><b>twitter @FabioSavelli</b></span></span><div style="font-weight: normal; font-style: normal; "><p style="margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1em; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; border-top-width: 0px; border-right-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-left-width: 0px; border-style: initial; border-color: initial; border-image: initial; outline-width: 0px; outline-style: initial; outline-color: initial; vertical-align: baseline; color: rgb(70, 70, 70); line-height: 21px; text-align: -webkit-auto; background-color: rgb(255, 255, 255); "><a href="mailto:twitter@FabioSavelli" name="&lid=mailto:twitter@FabioSavelli&lpos=homearticle-box = 1__link-position = 3" style="margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; border-top-width: 0px; border-right-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-left-width: 0px; border-style: initial; border-color: initial; border-image: initial; outline-width: 0px; outline-style: initial; outline-color: initial; font-style: inherit; vertical-align: baseline; color: rgb(44, 94, 181); "><span></span></a></p></div></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-14890232902023587192011-11-11T00:37:00.000-08:002011-11-11T01:04:08.386-08:00Lettera aperta, 10 novembre 2011<p class="MsoNormal" align="right" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt: auto;margin-left:212.7pt;text-align:right"><b><span style="font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif"">On.le Ministro Paolo Romani </span></b></p> <p class="MsoNormal" align="right" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt: auto;margin-left:212.7pt;text-align:right"><b><span style="font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif"">MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO</span></b></p> <p class="MsoNormal" align="right" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt: auto;margin-left:212.7pt;text-align:right"><b><span style="font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif""> </span></b></p> <p class="MsoNormal" align="right" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt: auto;margin-left:212.7pt;text-align:right"><b><span style="font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif"">On.le Ministro Franco Frattini </span></b></p> <p class="MsoNormal" align="right" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt: auto;margin-left:212.7pt;text-align:right"><b><span style="font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif"">MINISTERO AFFARI ESTERI</span></b></p> <p class="MsoNormal" align="right" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt: auto;margin-left:212.7pt;text-align:right"><b><span style="font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif""> </span></b></p> <p class="MsoNormal" align="right" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt: auto;margin-left:212.7pt;text-align:right"><b><span style="font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif"">On.le Ministro Giulio Tremonti </span></b></p> <p class="MsoNormal" align="right" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt: auto;margin-left:212.7pt;text-align:right"><b><span style="font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif"">MINISTERO DELLE FINANZE</span></b></p> <p class="MsoNormal" align="right" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt: auto;margin-left:212.7pt;text-align:right"><b><span style="font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif""> </span></b></p> <p class="MsoNormal" align="right" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt: auto;margin-left:212.7pt;text-align:right"><b><span style="font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif""> On.le Vice Ministro Catia Polidori </span></b></p> <p class="MsoNormal" align="right" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt: auto;margin-left:212.7pt;text-align:right"><b><span style="font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif"">MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO</span></b><b><span style="font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif""> </span></b></p><p class="MsoNormal" align="right" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt: auto;margin-left:212.7pt;text-align:right"><b><span style="font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif""> On.le Massimo Calearo </span></b></p> <p class="MsoNormal" align="right" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt: auto;margin-left:212.7pt;text-align:right"><b><span style="font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif"">PRESIDENZA CONSIGLIO MINISTRI</span></b></p> <p class="MsoNormal" align="right" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt: auto;margin-left:212.7pt;text-align:right"><b><span style="font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif""> </span></b></p> <p class="MsoNormal" align="right" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt: auto;margin-left:212.7pt;text-align:right"><b><span style="font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif""> STAMPA</span></b></p> <p class="MsoNormal" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto; margin-left:212.7pt"><b><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif""> </span></b></p> <p class="MsoNormal" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto; margin-left:212.7pt"><b><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif""> </span></b></p> <p class="MsoNormal" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto; text-align:justify"><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif"">Egregi Onorevoli,</span></p> <p class="MsoNormal" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto; text-align:justify"><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif""><br />scriviamo in rappresentanza dei vincitori di concorso dell’ex-ICE, in graduatoria per 107 posti nei ruoli del personale dell’ICE Istituto nazionale per il Commercio Estero, area funzionale C, posizione economica C1 pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile 2010 ed in rappresentanza dei 5 architetti da inserire nell’Area Professionisti dell’ICE la cui graduatoria è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 21 maggio 2010 . Ad oggi solo 4 funzionari della graduatoria C1 ed 1 architetto hanno preso servizio negli uffici dell’Istituto, mentre i rimanenti 103 vincitori in graduatoria tra funzionari e i 4 architetti in graduatoria tra i professionisti attendono di vedere salvaguardato il proprio legittimo diritto all’assunzione.</span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif"">Con la presente vorremmo porre alla Vostra Attenzione la tutela del nostro diritto all'assunzione presso la nuova Agenzia per la <i>trade promotion</i> pubblica, oppure il nuovo organismo che sarà destinato a svolgere le funzioni dell’ex-ICE in favore delle imprese italiane.</span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif"">I concorsi pubblici banditi dall’ICE, con l’autorizzazione della Funzione Pubblica, hanno comportato un notevole dispendio di risorse pubbliche e fondi dell’Istituto, attraverso la realizzazione di complesse procedure di selezione che hanno coinvolto oltre 15.000 giovani impegnati in numerose ed articolate prove di economia internazionale, marketing, politica economica, tecnica degli scambi, diritto amministrativo, lingue straniere.</span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif"">Rappresentiamo una risorsa selezionata, qualificata e giovane, in grado di contribuire con inedito slancio, nuove idee e moderne professionalità, alla trade promotion pubblica.</span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif"">Chiediamo una immediata tutela della nostra posizione non solo per la salvaguardia dell’imponente sacrificio personale in termini di risorse economiche, professionali e umane, che abbiamo vissuto, ma per la sicura consapevolezza di incarnare una opportunità unica:</span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif"">la chance strategica di rilanciare la trade promotion pubblica in Italia puntando su risorse giovani ed altamente qualificate, soprattutto nell’attuale grave momento per il destino economico e politico del Paese.</span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif"">Non rappresentiamo alcuna minaccia per il comparto:</span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif"">siamo una risorsa preziosa e costosamente selezionata dallo Stato, da non disperdere assolutamente.</span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif"">Non possiamo che attendere con fiducia l'esito del percorso legislativo di costituzione della nuova Agenzia, o dell’organismo che svolgerà le funzioni dell’ex-ICE ma chiediamo sin da ora di fare quanto è nelle Vostre possibilità affinché nel testo legislativo che porterà alla creazione del nuovo organismo venga inserito un richiamo alle graduatorie pendenti</span></p> <p class="MsoNormal" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto; text-align:justify"><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif"">Vi ringraziamo sentitamente per l'attenzione e, in attesa di un cortese riscontro, cogliamo l’occasione per allegare un dossier informativo sulla nostra situazione, già evidenziata nelle interrogazioni parlamentari n. 5-05286 del 07 settembre 2011 e n. 3-02404 del 27 settembre 2011 sollevate in merito alla questione.</span></p> <p class="MsoNormal" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto; text-align:justify"><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif""> </span></p> <p class="MsoNormal" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto; text-align:justify"><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif""> </span></p> <p class="MsoNormal" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto; text-align:justify"><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif"">Comitato Vincitori di Concorso non Assunti ICE</span></p> <p class="MsoNormal" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto; text-align:justify"><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif""> </span></p> <p class="MsoNormal" style="mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto; text-align:justify"><span style="font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif""><a href="mailto:comitatoice@gmail.com" target="_blank">comitatoice@gmail.com</a></span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-71895026167912569672011-10-30T02:02:00.000-07:002011-10-30T02:08:10.266-07:00Un'Agenzia snella per il dopo Ice<h1 style="margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 20px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; vertical-align: baseline; border-top-width: 0px; border-right-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-left-width: 0px; border-style: initial; border-color: initial; outline-width: 0px; outline-style: initial; outline-color: initial; background-image: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial; background-color: rgb(255, 255, 255); line-height: 40px; font-family: 'Helvetic Neue', Arial, Helvetica, Tahoma, sans-serif; "><i style="font-weight: normal; "><span class="Apple-style-span" ></span></i></h1><span><span>di Carmine Fotina</span></span><div><span><span>da Il Sole 24 Ore (29 ottobre 2011)</span></span></div><div><span><span><br />ROMA<br />Un'Agenzia snella, che metta d'accordo i vari ministeri coinvolti e che punti con più efficacia sui mercati emergenti. L'identikit dell'Ice-2 esce quasi definito dalla prima delle due giornate degli Stati generali del commercio estero. Dopo le anticipazioni delle settimane scorse (si veda Il Sole 24 Ore del 14 ottobre) è direttamente il premier Silvio Berlusconi a confermare che nascerà una nuova Agenzia per la promozione e internazionalizzazione delle imprese. Dunque, dopo gli effetti disastrosi denunciati da centinaia di aziende dopo la soppressione dell'Ice, il governo fa dietrofront dopo appena tre mesi. Sarà un'«Agenzia che lavorerà sotto la direzione dello Sviluppo economico e del ministero degli Esteri – continua Berlusconi –, con l'esperienza dell'Ice alle spalle potremo mettere in piedi un organismo assolutamente snello e capillarmente diffuso in tutti i Paesi del mondo a cominciare dai mercati più interessanti». La nuova Agenzia dovrà lavorare d'intesa con la cabina di regia aperta «alle associazioni degli imprenditori, la Confindustria, l'Unioncamere, l'Abi e tutti protagonisti del settore dell'industria che produce beni rivolti all'esportazione».<br />È un Berlusconi in vena di battute quello che si presenta a una platea di circa mille tra imprenditori e operatori dell'export. «Bisogna fare lezioni a tutti i nostri uomini all'estero sulle storielle da raccontare perché una storiella pulisce dal pessimismo e dai pensieri tristi» dice raccontando una barzelletta sul suo conto attribuendola a Putin. Poi l'invito, basato sulla sua esperienza, «a non entrare in politica perché ve ne pentireste subito dopo». Il premier torna sull'importanza di un'efficace «diplomazia commerciale», tasto su cui prima di lui aveva già battuto il ministro degli Esteri Franco Frattini definendola una delle priorità della Farnesina.<br />La platea ascolta gli interventi dei politici con attenzione ma si percepisce che la fiducia è inevitabilmente condizionata alle scelte che verranno prese. Il viceministro dello Sviluppo economico con delega al commercio estero, Catia Polidori, individua cinque punti per il rilancio (si veda Il Sole 24 Ore di ieri): la nuova Agenzia; armonizzare con una unica sede di regia le politiche di promozione nazionali e locali; misure di sostegno alla crescita dimensionale delle imprese e all'internazionalizzazione; una migliore attività di comunicazione istituzionale per il made in Italy; iniziative a livello multilaterale, con l'etichettatura obbligatoria per le importazioni da Paesi extra Ue, e più lobby in sede Ue per superare le barriere non tariffarie. Se ne discuterà anche oggi, nella seconda giornata in cui ad entrare nel dettaglio delle proposte saranno i sei rappresentanti del made in Italy scelti dal viceministro (Michele Bauli, Luca Poncato, Roberto Snaidero, Simone Bettini, Maurizio Marinella, Rodolfo Ortolani).<br />Ieri non sono mancati i riferimenti alle strategie degli organismi internazionali, con gli interventi di Karel De Gucht, commissario europeo al commercio con l'estero, Marcin Korolec, presidente del consiglio Ue per il commercio con l'estero, e Lamberto Zannier, segretario generale dell'Ocse. Il commissario De Gucht, in particolare, ha annunciato che presenterà a breve uno strumento che dovrà garantire alle imprese europee un migliore accesso alle commesse e agli appalti pubblici all'estero. Ma è stato inevitabile che a rubare almeno in parte la scena ai relatori fosse l'ex Ice. Un gruppo di dipendenti si è presentato in sala con inequivocabili t-shirt con la scritta "Giù le mani dall'Ice", sintetizzando la preoccupazione per un piano che prevede di riassorbire solo 300 persone, circa metà della rete italiana, e non dà alcuna garanzia ai 107 vincitori del concorso pubblico bandito dall'ormai soppresso ente nel 2008 e concluso con graduatoria pubblicata il 30 aprile 2010. Sulla nuova Agenzia aleggia ancora qualche dubbio: la definizione è demandata al decreto sviluppo, di cui non si conoscono con certezza i tempi, e circolano al momento due bozze diverse, una partorita dal ministro dello Sviluppo Paolo Romani, l'altra da Massimo Calearo, consigliere del premier per l'export. E c'è perfino chi non eslcude, in extremis, un cambio di rotta che vedrebbe la creazione di un'Agenzia aperta anche ai privati.<br />Ma non basta, perché torna a circolare perfino l'idea di rimettere in piedi il ministero del Commercio estero. Per ora è soprattutto una proposta di Massimo Calearo, anche se il tema ieri ha fatto capolino anche tra gli imprenditori in platea.</span></span><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(57, 57, 57); font-family: 'Helvetic Neue', Arial, Helvetica, Tahoma, sans-serif; font-size: 15px; line-height: 21px; background-color: rgb(255, 255, 255); "></span></div></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-57401366151849968342011-10-16T03:19:00.000-07:002011-10-16T03:24:46.314-07:00Vincitori di concorso ex-Ice al Ministro Romani: investa su di noi, siamo una risorsa per l’export italiano<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><i><span><span >Lettera aperta al Ministro per lo Sviluppo Economico, On. Paolo Romani</span></span></i></p><p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style="line-height: 115%; " >Egregio Ministro,<o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style="line-height: 115%; " >Siamo i vincitori del concorso a 107 posti nei ruoli dell’Ice, bandito dall’ormai soppresso ente nel 2008. La nostra graduatoria è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile del 2010: da allora, solo quattro di noi sono stati assunti. <o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style="line-height: 115%; " >Da quando l’Ice è stato soppresso, ormai più di tre mesi fa, viviamo in uno stato di incertezza e di sconforto che non pensiamo di meritare. Nessuno ha avuto l’accortezza di mettere il nostro destino nero su bianco. Che fine faremo? Verremo assunti dal Ministero per lo Sviluppo Economico? Quando? Nonostante siano addirittura state autorizzate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla Corte dei Conti ulteriori 7 assunzioni, non c’è nessuno ad oggi che ci abbia dato delle risposte o delle rassicurazioni. <o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" ><span style="line-height: 115%; ">Nel frattempo, pur avendo vinto un concorso pubblico, continuiamo a vivere di precariato e incertezza, sprecando le nostre professionalità.</span> <span style="line-height: 115%; ">Pur essendoci conquistati con il merito un posto nella pubblica amministrazione, cui saremmo orgogliosi di appartenere, veniamo ingiustamente lasciati ‘fuori dalla porta’. Ci sentiamo presi in giro da un Paese al cui sviluppo daremmo volentieri il nostro contributo e per servire il quale abbiamo investito tempo ed energie. Ci sentiamo maltrattati da un sistema che non vuole adoperare le nostre competenze. Che pensa di risolvere i problemi del pubblico impiego solo tagliando – e non investendo in risorse giovani, motivate, preparate, quali noi siamo.<o:p></o:p></span></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style="line-height: 115%; " >Egregio Ministro Romani, si fanno sempre più insistenti, in questi giorni, le voci relative alla Sua idea di creare una nuova agenzia per l’export. Noi vogliamo farne parte! Siamo laureati e iperspecializzati. Parliamo l’inglese, il francese, il tedesco, ma anche le lingue del futuro: l’arabo, il cinese, il giapponese. E siamo stati selezionati proprio per questo: per supportare i processi di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese nell’ambito di un’agenzia pubblica di promozione dell’export.<o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style="line-height: 115%; " >Signor Ministro, Le diciamo quindi: investa su di noi! Ci assuma! E, se lo ritiene opportuno, ci mandi subito all’estero: saremmo felici di lavorare per il <i>Made in Italy</i> in giro per il mondo. Lo faccia per dare un segnale alla nostra generazione, così spesso lasciata ai margini. Ma anche per ‘adoperare’ le nostre competenze. Per onorare un impegno preso. E per non farci pensare di aver commesso un errore quando abbiamo creduto nello Stato, partecipando ad un concorso pubblico non certo bandito da noi.<o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style="line-height: 115%; "><span class="Apple-style-span" >Le inviamo i nostri migliori saluti.</span><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style="line-height: 115%; " >Il Comitato Vincitori Non A</span><span style="line-height: 115%; "><span class="Apple-style-span" >ssunti Ice - comitatoice@gmail.com</span><span class="Apple-style-span" ><o:p></o:p></span></span></p>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-13586115566548371392011-10-08T00:50:00.000-07:002011-10-08T00:50:02.671-07:00Allarme imprese sul dopo-Ice<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<i>di Rita Fatiguso</i><div>
da Il Sole 24 Ore (8 ottobre 2011)<br /><br />L'attesa di una soluzione è snervante. Quasi quanto la spunta degli eventi in calendario da luglio fino al 31 dicembre annullati dopo la chiusura "al buio" dell'Istituto per il commercio con l'estero. A far la conta sono gli stessi imprenditori rimasti a metà del guado per la cancellazione delle fiere programmate con il supporto dell'Istituto, dichiarato ormai estinto per decreto. <br />«Non so più se l'Ice c'è ancora oppure no. Per le piccole e medie imprese che guardano all'estero, questo è un ulteriore motivo di preoccupazione».<br />È preoccupato Roberto Snaidero, presidente di Federlegno Arredo in partenza per i Saloni WorldWide di Mosca, evento che si farà la prossima settimana anche senza il contributo dell'Ice. E continua: «Come potremmo non farlo? Abbiamo stretto i denti. Il mercato russo è in ripresa, non possiamo non esserci. Dobbiamo recuperare rispetto al calo del 2008-2009. Piuttosto, sono preoccupato perchè stiamo affrontando l'estero senza un ente che ci rappresenti, non possiamo più sprecare tempo».<br />A Roberto Snaidero, che siede a uno dei sei tavoli del made in Italy chiamati dal sottosegretario allo Sviluppo economico Catia Polidori a presentare proposte entro il roadshow del 28-29 ottobre, fa eco, da Colonia, dove oggi apre i battenti Anuga, la più prestigiosa fiera dell'alimentare, Filippo Ferrua, presidente di Federalimentare.<br />«L'industria alimentare sta mostrando grandi capacità - dice Ferrua – facendo diventare trainante l'export del Paese, un risultato positivo ottenuto nonostante la soppressione dell'Ice che, comunque, continua ad assisterci con la sua struttura. Di cui però si continua ad attendere un progetto alternativo, capace di soddisfare le esigenze delle nostre piccole e medie imprese».<br />L'attesa, appunto. Interventi tampone, in mancanza di un periodo transitorio, sono stati destinati dal ministero per lo Sviluppo a manifestazioni considerate strategiche.<br />Come Anuga, per l'appunto, della quale l'Italia quest'anno è per la prima volta partner, proprio grazie all'attività dell'Ice. Circa 300 operatori si erano messi in lista di attesa per i padiglioni tematici, gli organizzatori hanno stipulato un accordo con il ministero dello Sviluppo economico che si è accollato il compito di fare da interfaccia per la collettiva ex-Ice già organizzata offrendo alle aziende lo stesso pacchetto.<br />Ma per altre manifestazioni meno grandi (ma non meno importanti) per le quali non è stato possibile trovare fondi di emergenza non c'è stato molto da fare. Cancellate, senza pietà. Nel tabellone qui a fianco qualche esempio di manifestazioni sfumate, specie nel tessile, alimentare, eventi dedicati alla promozione e all'export di beni strumentali. Sono questi i settori più penalizzati dalla chiusura, in piena estate e a metà programmazione, dell'Ice. Il core del made in Italy.<br />Un calendario che continuerà a perdere pezzi, quasi di default. Per restare nell'ambito alimentare, all'FHC di Shanghai, una manifestazione in crescita costante in un mercato, quello cinese, in cui le importazioni di prodotti agroalimentari made in Italy, anche se con volumi ancora modesti, crescono a una velocità media del 70-80% annua, l'Ice aveva strappato l'anno scorso un piazzamento di primo piano.<br />Il Padiglione tricolore era piazzato all'ingresso dell'area espositiva, in diretta concorrenza, anche fisica, con spagnoli e francesi. Quest'anno ci si aspettava una media di 80-100 aziende italiane e un programma di seminari, degustazioni, dimostrazioni di cucina, missioni guidate di buyers cinesi e incontri con la stampa specializzata che, ormai è evidente, all'FHC edizione 2011 non ci saranno. Con gran vantaggio - chi può dubitarne? - proprio dei competitor spagnoli e francesi.</div>
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gasolinahttp://www.blogger.com/profile/14638310708070325857noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-30301546260354504232011-09-23T23:22:00.000-07:002011-09-23T23:29:41.008-07:00Che fine fanno i vincitori del concorso ICE?<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica; font-size: 12px; background-color: rgb(228, 228, 228); "><h2 style="margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; font-family: Verdana, Arial, Helvetica; font-size: 12pt; color: rgb(102, 0, 0); "><a href="http://www.paolonerozzi.it/blog/?p=265" rel="bookmark" title="Permanent Link: Che fine fanno i vincitori del concorso ICE?" style="margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; font-family: Verdana, Arial, Helvetica; text-decoration: none; color: rgb(102, 0, 0); font-weight: bold; "></a></h2><span><span></span></span></span><span><span>(dal sito web del Senatore Paolo Nerozzi, www.paolonerozzi.it)<br />Roma, 23.09.2011</span></span><div><span><span><br /><i>Un’ interrogazione a risposta scritta, di cui sono primo firmatario, che chiede conto dei vincitori e della graduatoria del concorso pubblico bandito dall’Istituto per il Commercio Estero nel 2008, anche alla luce dell’approvazione della legge 111/11 che prevede la soppressione del suddetto istituto</i></span></span></div><div><span><span><br />INTERROGAZIONE CON RISPOSTA IN COMMISSIONE</span></span></div><div><span><span><br /></span></span></div><div><span><span>Al Ministro dell’economia e delle finanze<br />Al Ministro dello sviluppo economico<br />Al Ministro degli Affari Esteri</span></span></div><div><span><span><br /></span></span></div><div><span><span>Premesso che:</span></span></div><div><span><span>l’Istituto nazionale per il commercio estero, ha bandito nell’ottobre 2008, previa autorizzazione della Presidenza del Consiglio dei ministri, un concorso pubblico a 107 posti area funzionale C, posizione economica C1 e a 5 posti di architetto per l’Area professionisti;</span></span></div><div>la graduatoria finale di merito è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile 2010;</div><div>da allora, nonostante sia trascorso oltre un anno, l’ICE, nel rispetto della normativa vigente, ha potuto assumere solo le prime 5 unità, su un totale di 112 vincitori;</div><div>il concorso pubblico bandito dall’ICE ha comportato un notevole dispendio di risorse pubbliche e fondi dell’Istituto, attraverso la realizzazione di complesse procedure di selezione che hanno coinvolto oltre 15.000 giovani impegnati in numerose ed articolate prove di economia internazionale, marketing, politica economica, tecnica degli scambi, diritto amministrativo, lingue straniere;</div><div>le procedure di selezione, protratte per due anni, hanno comportato per gli oltre cento vincitori un imponente sacrificio personale in termini di risorse economiche, professionali e umane. </div><div>Tale investimento per il superamento delle prove selettive, ha rappresentato per i giovani vincitori un importante segnale di fiducia nelle istituzioni e nelle prospettive professionali qualificate da esse offerte;</div><div>il decreto legge 98 del 6 luglio 2011, convertito in legge 111/11, ha previsto la soppressione dell’ICE (Istituto nazionale per il Commercio Estero), abrogando la legge 68/97 e sancendo il passaggio delle funzioni precedentemente svolte dall’Istituto, del personale di ruolo, delle risorse strumentali e finanziarie al Ministero dello Sviluppo Economico ed il passaggio delle risorse strumentali ed umane degli uffici della rete estera al Ministero degli Affari Esteri;</div><div>in particolare, il comma 18, del succitato decreto stabilisce che «le funzioni attribuite all’ICE dalla normativa vigente e le inerenti risorse di personale, finanziarie e strumentali, compresi i relativi rapporti giuridici attivi e passivi, sono trasferiti, senza che sia esperita alcuna procedura di liquidazione, anche giudiziale, al Ministero dello Sviluppo Economico»;</div><div><br /></div><div>considerato che:</div><div><br /></div><div>nel suddetto decreto nulla viene disposto in ordine al regime transitorio né, tantomeno, in ordine alla tutela del personale a tempo determinato con contratto di lavoro atipico, all’assunzione dei vincitori di concorso e relativa tutela delle graduatorie di merito, già aperte con le prime cinque assunzioni;</div><div>inoltre, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 luglio 2011, recante «Autorizzazione ad assumere a tempo indeterminato e a trattenere in servizio unità di personale per le esigenze di varie amministrazioni dello Stato» con il quale si autorizza l’Istituto, all’indomani della sua soppressione, ad assumere n. 12 unità;</div><div>si chiede di sapere dai Ministri in indirizzo, ciascuno per quanto di competenza: </div><div><br /></div><div>quali urgenti iniziative intendano assumere per garantire la tutela della validità delle graduatorie di merito, considerati i tempi dilatati di esaurimento delle stesse imposti dalle vigenti disposizioni in merito al blocco del turnover nella pubblica amministrazione;</div><div>se non ritengano necessario procedere all’immediato assorbimento delle graduatorie vigenti da parte del Ministero dello Sviluppo Economico al pari di tutti i rapporti giuridici attivi e passivi facenti capo all’ex-ICE, al fine di garantire effettiva parità di trattamento con i vincitori già assunti e trasferiti nell’organico del MiSE e non sprecare le ingenti risorse pubbliche impiegate nell’iter concorsuale, anche in considerazione della grave situazione economico-finanziaria che in nostro Paese sta vivendo;</div><div>se nell’ambito del DPR di prossima emanazione per la riorganizzazione delle risorse umane e funzionali del Ministero dello Sviluppo Economico non ritenga necessario prevedere esplicite forme di tutela delle graduatorie e dei vincitori del concorso ICE non ancora assunti.</div><div><br /></div><div>NEROZZI, ROILO, GHEDINI, PASSONI, BLAZINA</div><div><div><div><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica; font-size: 12px; background-color: rgb(228, 228, 228); "><span><span></span></span><div class="entry" style="margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; font-family: Verdana, Arial, Helvetica; "><p style="margin-top: 20px; margin-right: 0px; margin-bottom: 10px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; font-family: Verdana, Arial, Helvetica; "></p></div></span></div></div></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-74383420346278316442011-09-22T04:39:00.001-07:002011-09-22T04:39:52.822-07:00IMPRESE: SINDACATI ICE, NO ALLA SPA PER L'INTERNAZIONALIZZAZIONE<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
(AGENPARL) - Roma, 22 set - "È ormai chiaro a tutti, dopo due mesi e mezzo dall’entrata in vigore del decreto di soppressione dell’ICE (Istituto nazionale per il Commercio Estero), che una decisione così avventata ed irresponsabile - dettata unicamente da motivi personalistici e priva di visione strategica in questo difficile attuale contesto - ha recato un danno incalcolabile al Sistema Italia che vede in questo momento nell’export una delle poche soluzioni all’aggravarsi della crisi economica. Le energiche dichiarazioni di esponenti del mondo imprenditoriale, che a vari livelli ed in varie forme hanno criticato l’inspiegabile decisione, e, non ultimo, l’allontanamento dal Ministero di uno dei più stretti collaboratori del Ministro Romani, avvenuto – pare – proprio a seguito degli effetti imprevisti della soppressione dell’ICE, confermano il colossale errore commesso dal Governo con la L. 111/11 ed impongono un’immediata correzione del provvedimento, volta a riattivare le strutture e le procedure dell’ICE, unica vera soluzione per ripristinare immediatamente l’operatività del sistema di supporto pubblico all’internazionalizzazione. Non vorremmo che, per quanto riguarda l’ICE, si prendano invece provvedimenti che, al posto di restituire all’Ente la piena operatività, finiscano per determinare una soluzione, se possibile, ancora peggiore della situazione attuale. Sarebbe questo il caso della trasformazione dell’Istituto, ente pubblico non economico, in società per azioni". Lo affermano in una nota le organizzazioni sindacali dei lavoratori dell'Ice, Cgil, Uil, Cisal/Fialp.<br /><br />"Una soluzione - spiegano - che risulta ventilata in ambienti del Ministero dello Sviluppo Economico e che, oltre ai molti e complessi aspetti tecnici che tale eventuale trasformazione determinerebbe, presenta serie incongruità data la natura pubblica che l’attività di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese riveste. La promozione del sistema paese è un servizio di interesse generale e come tale e' di primario interesse dello Stato che pertanto deve gestirlo, controllarlo e finanziarlo. Una società di questo tipo, inoltre, seppure con capitale interamente o a maggioranza detenuto dallo Stato, non potrebbe autofinanziarsi in quanto, come noto, i fondi destinati a favorire l’internazionalizzazione del Sistema Paese si configurano più come investimenti allo sviluppo che non come attività commerciale suscettibile di generare profitti. Il problema di una privatizzazione non risiede nella sottoscrizione del capitale sociale, ma nella copertura delle spese correnti dell’Ente, che sarebbe velleitario pensare di ottenere attraverso la vendita di servizi informativi, di assistenza e promozionali. Una Trade Promotion Organization ha costi inevitabilmente alti e non e' in grado di autofinanziarsi perche', se deve agire al servizio del Paese e non delle singole imprese, non puo' scegliere autonomamente la propria clientela, deve anzi erogare gratuitamente taluni servizi, gratuitamente produrre informazione e svolgere una vasta tipologia di attività delegate dallo Stato, molte delle quali non sono suscettibili di produrre alcun introito. Una SpA per l’export promotion, sia pur detenuta al 100% dallo Stato, avrebbe dunque il problema del reperimento di fondi per la sua sopravvivenza, stante la natura stessa dei compiti svolti e la struttura necessaria, a cominciare dalla rete di Uffici all’estero. La gestione operativa della società (costo del personale, delle strutture logistiche in Italia ed all’estero e costi per l’attività corrente), dovrebbe essere quindi finanziata dai soci e, stante l’impossibilità di raggiungere un equilibrio finanziario,richiederebbe ricapitalizzazioni annuali certe per garantire il normale funzionamento della struttura. Che garanzia esiste che i soci, Stato incluso, vista la situazione delle sue casse, siano disponibili a finanziare ogni anno con alcune decine di milioni di euro un soggetto privato? E sarebbe un simile aiuto ad una SpA compatibile con le norme UE sulla concorrenza? Si porrebbe inoltre il grave problema rappresentato dallo status degli uffici o delle sezioni della società all’estero che non verrebbero più riconosciute come entità governative e quindi sarebbero soggette, al pagamento di tutte le imposte dirette e indirette (sia per il funzionamento che per le attivita’ progettuali condotte) vigenti nei Paesi di operazione, incluse quelle sui redditi prodotti in loco e sull’indennità estera dei dipendenti di ruolo. In alcuni paesi, peraltro, sarebbe addirittura di difficile costituzione la struttura stessa dell’ufficio. Inevitabile sarebbe dunque, senza possibilità di smentita, un forte aggravio dei costi di gestione, quantificabile in decine di milioni di euro annui, con parallela cancellazione dei positivi risultati ottenuti a seguito della Convenzione ICE/MAE/ MISE del 2004. Infatti, proprio grazie a questa Convenzione, la maggior parte degli uffici ICE all’estero hanno potuto essere riconosciuti come Sezioni per la promozione degli scambi delle Ambasciate o dei Consolati e, quindi, esentati dal pagamento di imposte e tasse. E’ lecito domandarsi se sia proprio così difficile riattivare prima l’operatività dell’ICE, che rappresenterebbe la soluzione più rapida, garantendo in questo modo un’immediata ripresa dell’attività di promozione all’estero, e poi magari costituire un’agenzia governativa per l’internazionalizzazione sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio, che, pur mantenendo la natura di Ente Pubblico non Economico, potrebbe comunque assumere una struttura piu’ razionale e flessibile e delle procedure più snelle rispetto al vecchio ICE. Auspichiamo quindi che il Ministro Romani, prima di assumere eventuali decisioni che potrebbero non andare nella direzione auspicata da aziende, associazioni industriali ed artigiane ed Enti locali, ricerchi, anche insieme alle parti sociali, soluzioni veramente efficienti, in grado di restituire al sistema pubblico di supporto all’internazionalizzazione l’efficacia e l’operatività perdute con la soppressione dell’ICE".</div>
gasolinahttp://www.blogger.com/profile/14638310708070325857noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-7935711726220827062011-09-20T01:32:00.000-07:002011-09-20T01:32:04.722-07:00ICE: SINDACATI, PARADOSSALI NUOVE SPESE A SUA ELIMINAZIONE<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<i>di Pietro Battistella</i><br /><br />(AGENPARL) - Roma, 19 set - "L’articolo apparso su Affaritaliani.it del 14 settembre offre l’ennesimo spunto di riflessione sulla materia dell’internazionalizzazione, un tema di stretta attualità e che sempre più spesso, soprattutto dopo la soppressione dell’ICE con la manovra finanziaria del luglio scorso, trova spazio sui giornali". Lo si legge in una nota di Cgil, Cisl, Uil, Cisal, Fialp sull'ex Ice.<br /><br />"L’articolo tratta del (sembra) imminente varo dell'Agenzia per l'internazionalizzazione del Lazio che dovrebbe accompagnare e sostenere gli investimenti e le attività delle imprese laziali all'estero. Sarebbe, pertanto, iniziata la corsa a riempire il vuoto lasciato dalla chiusura dell’ICE che, per usare un termine eufemistico, si conferma essere stata quanto meno affrettata. E per fare questo non si rinuncia a creare ex novo delle strutture con funzioni e attività che l’ex ICE ha svolto per 85 anni. Certo sarebbe interessante sapere quanto tutto questo peserà, in termini di spesa pubblica, sul bilancio dello Stato visto che la istituenda agenzia, che vedrebbe il coinvolgimento anche della Regione e del Comune di Roma, dovrebbe avere un personale, degli uffici, ma soprattutto degli organi direttivi (presidente, direttore, CdA). Può apparire superfluo, ma è utile ricordare che le Camere di Commercio hanno, tra le proprie entrate, anche finanziamenti pubblici. Non è invece superfluo ricordare che la cancellazione dell’ICE è avvenuta per mezzo di un decreto legge che porta come titolo “Misure per la stabilizzazione finanziaria” a conferma del fatto che quella norma avrebbe dovuto contenere solo misure atte a riportare sotto controllo il deficit dello Stato. Il danno è che l’eliminazione dell’ICE non solo non ha prodotto alcun risparmio di spesa, ma ha privato il sistema pubblico dell’internazionalizzazione di uno strumento la cui validità e utilità vengono sempre più evidenziate dagli operatori del settore. Ma ancora più grave (e paradossale) sarebbe la beffa se, a causa della soppressione dell’ICE, il bilancio dello Stato fosse gravato da ulteriori spese derivanti dalla nascita di organismi che andrebbero ad affollare il già intasato sistema pubblico dell’internazionalizzazione. In questa fase di estrema confusione, l’ICE potrebbe venir immediatamente riattivato, con tutte le sue strutture (i DPCM di applicazione della legge non sono stati ancora predisposti), rispondendo intanto alle urgenze delle aziende di continuare a presidiare i mercati internazionali. Alla Politica poi la delega a trovare soluzioni di riordino complessivo e di potenziamento degli strumenti pubblici nazionali a sostegno delle imprese".<br /></div>
gasolinahttp://www.blogger.com/profile/14638310708070325857noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-72849447997151428002011-09-20T01:30:00.001-07:002011-09-20T01:30:44.754-07:00ICE: FLP MISE, CRITICA LA SITUAZIONE FINANZIARIA DELL'ISTITUTO<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
(AGENPARL) - Roma, 19 set - "Dopo la soppressione dell’Istituto nazionale per il Commercio Estero (Ice), la situazione finanziaria di cio’ che rimane dell’istituto è sempre più critica. Proprio in questi giorni gli uffici ex ICE in Italia e all'estero hanno ricevuto una comunicazione in cui si dice testualmente che 'a causa della critica situazione di liquidità dell'ex ICE' occorre limitare la spesa e, soprattutto, che 'fino all'auspicata soluzione della crisi di liquidità, non sarà possibile soddisfare per intero le esigenze di trasferimento fondi manifestate dagli uffici'". A denunciarlo il Coordinamento Nazionale FLP MISE – ex ICE in un comunicato. "In realtà, le spese della rete, peraltro limitate all'ordinaria amministrazione in base alla 111/2011, sono gia' ridotte al minimo indispensabile e riguardano voci ineliminabili, quali stipendi, indennità ed utenze, tutti impegni assunti prima del 6 luglio. Destinare fondi inferiori alle necessità non significa tagliare il superfluo, ma non far fronte agli impegni assunti e non poter assicurare il funzionamento regolare degli Uffici. Di spese superflue, infatti, già non ce ne sono. Se la situazione di liquidità era cosi' grave, perche' è stata frettolosamente riavviata, sia pure in maniera limitata, l'attività promozionale? Cio', tanto più che in una comunicazione del 15 luglio il dirigente delegato aveva testualmente scritto che nessun nuovo impegno contrattuale poteva essere assunto successivamente alla data del 6 luglio dal momento che avrebbe "ecceduto l'ordinaria amministrazione, intendendo sia le obbligazioni passive che attive". Cosa è cambiato da allora? Perche' si è ripresa l'attività promozionale anche per iniziative per le quali non erano stati assunti impegni di spesa? Perche' si destinano fondi per la promotion e poi si scrive agli uffici che i soldi non bastano? In questa situazione, se si vuole che l’attività sia ripresa, come tutti a cominciare dal personale ex ICE auspicano, occorre prima destinare risorse aggiuntive, garantendo il funzionamento regolare e non mettendo a rischio il puntuale adempimento degli obblighi esistenti. La ripresa, peraltro molto relativa, dell’attività non puo’ e non deve avvenire a scapito dei diritti del personale. Sarebbe assurdo non onorare gli impegni di spesa assunti prima del 6 luglio, come la legge espressamente impone, per realizzare nuove iniziative promozionali e coprire cosi' la situazione paradossale determinatasi con la soppressione dell'ICE. Non è colpa dei lavoratori, anche di nazionalità estera, se l'ente è stato soppresso e non debbono essere loro a pagare per i veri responsabili!".</div>
gasolinahttp://www.blogger.com/profile/14638310708070325857noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-38988600696635840652011-09-15T02:30:00.000-07:002011-09-15T02:43:31.185-07:00Sviluppo, torna in pista anche l'Ice<div><div><div><div><div><span class="Apple-style-span" style="font-size: 14px; word-spacing: 3px;"><span><span><b>Sviluppo, torna in pista anche l'Ice</b></span></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-size: 14px; word-spacing: 3px; "><i>Verso la riattivazione dell'Istituto soppresso da Tremonti</i></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-size: 14px; word-spacing: 3px;"><span><span>di Giampiero di Santo</span></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-size: 14px; word-spacing: 3px;"><span><span>da Italia Oggi (15 settembre 2011)</span></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-size: 14px; word-spacing: 3px;"><span><span><br /></span></span></span></div><div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, Verdana, sans-serif; font-size: 13px; word-spacing: 1px; background-color: rgb(255, 255, 255); "></span></div><span><span>La manovra di risanamento delle finanze pubbliche è diventata legge ieri, ma il governo è già pronto a mettere a punto il nuovo decreto che dovrebbe rilanciare l'economia. Con misure tutte da definire e che saranno oggetto nei prossimi giorni di un serrato confronto con le parti sociali, sindacati e associazioni di imprese.<br />Come ha chiarito ieri il ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, dopo l'incontro con il collega tedesco dell'Economia, Philip Rösler, che ha avuto anche un colloquio con il numero uno del dicastero di via XX Settembre, Giulio Tremonti. «Il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013 è un risultato straordinario per il nostro paese di fronte all'Europa, ma è soltanto il primo passo», ha detto Romani. «In questi giorni metteremo in campo misure autentiche di crescita, provvedimenti che saranno studiati e approfonditi al più presto, Non soltanto rigore, ma anche crescita».<br />Certo è che comunque per fare accelerare il passo di un'economia che rallenta e sta per entrare in una nuova fase di difficoltà non basteranno le liberalizzazioni o quelle che vengono definite più o meno con precisione «a costo zero» e non a «saldo zero», come sarebbe più corretto. Sì, perché gli incentivi alle aziende, sotto forma di aiuti alla capitalizzazione delle piccole e medie imprese e di agevolazioni per la crescita di dimensione costano eccome.<br /></span></span><span><span>Così come costano gli investimenti in ricerca e sviluppo e i provvedimenti per favorire l'innovazione tecnologica e le reti di imprese. Ecco perché Tremonti, mentre Romani nei prossimi giorni si farà assistere dalle associazioni di categoria nel disegnare il nuovo decreto per lo sviluppo da mandare in parlamento a tambur battente e a passo di carica, farà di tutto per trovare le risorse necessarie. Uno degli obiettivi del governo è quello di coinvolgere i grandi paesi emergenti, primo tra tutti la Cina, nel piano di rilancio dell'economia, attraverso un massiccio investimento da parte di Pechino nei titoli del debito pubblico italiano attraverso i loro fondi sovrani. «Con i cinesi abbiamo molte occasioni di confronto», ha detto Romani, «Non contiamo sul loro appoggio, ma il sistema economico cinese dispone di molta liquidità e decidono loro in libertà dove investire. Non escluderei, comunque, che possano acquistare titoli europei. La Cina è uno straordinario mercato». Parole prudenti che però non riescono a nascondere l'intenzione del governo di fare diventare Pechino un grande finanziatore dell'Italia e del Tesoro come è già avvenuto del resto per gli Usa. Ma non è tutto, perché tra le misure per raccogliere fondi e al tempo stesso garantire la massima partecipazione al piano di rientro del debito pubblico il governo sta pensando a un nuovo intervento sulle pensioni sul quale neanche la Lega Nord avrà di certo da ridire. L'idea è quella di fissare un tetto monetario alle superpensioni, quelle che oltrepassano il limite dei diecimila euro al mese, e di pagare la differenza in Bot e Btp quinquennali o decennali. «Penso a Giuliano Amato o Romano Prodi», dice a ItaliaOggi Massimo Calearo, uno dei Responsabili entrato nella maggioranza dopo lo strappo con il presidente della camera Gianfranco Fini e il Fli e dal maggio scorso diventato consigliere personale del premier, Silvio Berlusconi, «e a tutti quelli che hanno assegni mensili oltre i 10.000 euro. ai quali, per l'appunto, sarà giusto dare la differenza in Bot e Btp oltre quel limite». Nel frattempo, considerata la necessità di mantenere a un numero di giri sufficiente il vero motore dell'economia italiana, l'export, c'è chi lavora intorno a quella che si potrebbe definire una sorta di retromarcia del governo sulla sorte dell'Ice, l'Istituto del commercio estero guidato da Umberto Vattani e poi soppresso con la divisione delle spoglie tra ministero dello sviluppo economico e ministero degli esteri.<br />Sembra infatti che la scissione decisa con la manovra di luglio abbia paralizzato l'intero apparato pubblico di promozione dell'export, come spiega ancora Calearo (che il 28 e 29 ottobre prossimi sarà agli Stati generali del commercio estero organizzati insieme con Catia Polidori, sottosegretario del ministero dello sviluppo economico con delega per il commercio estero) e pare sia allo studio una soluzione temporanea per sbloccare l'impasse. «I tempi dell'economia sono molto diversi da quelli della politica e in un momento del genere aspettare che si raggiunga l'accordo tra Esteri e Sviluppo economico sulla suddivisione del sistema di promozione dell'export non è possibile», prosegue ancora Calearo. «Così ho scritto al presidente Berlusconi una lettera che prende in esame alcune soluzioni temporanee e sono in attesa dell'ok del premier». Calearo non dice quali siano i rimedi individuati, ma lascia capire abbastanza chiaramente che per qualche tempo l'Ice sarà più o meno riattivato. La sensazione, insomma, è che anche sul fronte della crescita, tra tavoli, trattative e ripensamenti, la maggioranza navighi a vista. E non è un caso che nell'ambito delle proposte per dare un po' di slancio alle imprese trovi di nuovo spazio la riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro introdotta nel 2006 dal governo guidato da Prodi. L'esecutivo di centrosinistra finanziò il taglio di cinque punti con l'aumento dell'aliquota contributiva a carico dei lavoratori autonomi. Ma il governo attuale, che pure sembra stia pensando di riproporre quel sistema, potrebbe finanziare l'intervento in favore delle aziende con il ripristino dell'Ici sulle abitazioni principali. Tutto, insomma, pur di placare l'ira delle associazioni di categoria, che reclamano provvedimenti per rilanciare la produzione e la domanda dopo una manovra che ieri la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia ha descritto così: «È tutta tasse e non serve per la crescita, anzi è depressiva. A questo punto è indispensabile un grande piano per lo sviluppo, perché le piccole cose non servono più. Il tempo è ormai scaduto, ma possiamo farcela se c'è la volontà di prendere decisioni, anche impopolari. Non cresciamo a sufficienza ormai da 15 anni e per crescere tutto il paese deve scommettere di più sullo sviluppo tecnologico e sull'innovazione».</span></span></div><div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, Verdana, sans-serif; font-size: 13px; word-spacing: 1px; background-color: rgb(255, 255, 255); "></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, Verdana, sans-serif; font-size: 13px; word-spacing: 1px; background-color: rgb(255, 255, 255); "><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, Verdana, sans-serif; font-size: 13px; word-spacing: 1px; background-color: rgb(255, 255, 255); "><br /></span></div></div></div></div></div></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-14840252113287471892011-09-12T03:05:00.000-07:002011-09-12T03:05:04.812-07:00Commercio estero in cerca di bussola<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Dall'Ice agli Stati generali. Il futuro delle politiche italiane per l'internazionalizzazione è ancora una nebulosa: abolito l'Istituto per il commercio estero va completata una faticosa e delicata transizione, proprio mentre il sottosegretario Catia Polidori presenta gli Stati generali di fine ottobre. La sensazione che proveranno molte imprese, soprattutto le più piccole che con difficoltà provano ad andare all'estero, rischia però di essere di spaesamento. Perché gli Stati generali possono senz'altro essere un'iniziativa meritoria, a patto però che portino a proposte concrete e che subito, fin da ora, si risolvano i dubbi e i problemi che si sono aperti con l'abolizione dell'Ice. Sparito l'Istituto si sono bloccate decine di eventi, fiere o missioni che erano state organizzate, ma che ora sono finite nel limbo. La cabina di regia Governo-Confindustria-Abi è già al lavoro sulle linee guida. Adesso però bisogna completare velocemente la transizione con il passaggio di risorse e personale a Farnesina e Sviluppo economico e va risolto il nodo delle iniziative programmate ma ancora al palo. Solo così si potrà dire che gli Stati generali sono nati sotto una buona stella.</div>
gasolinahttp://www.blogger.com/profile/14638310708070325857noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-32143759738526779462011-09-09T01:21:00.000-07:002011-09-09T04:11:13.760-07:00ICE: PD, ASSUMERE VINCITORI CONCORSO<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-size: 13px;"></span><br />
<div style="line-height: 20px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
</div>
(AGENPARL) - Roma, 08 set - Assicurare che i 107 vincitori del concorso indetto nel 2008 dall'Ice "siano assunti dal Ministero dello sviluppo economico e che ciò avvenga in tempi certi". E' la richiesta di un gruppo di deputati Pd in un'interrogazione, a prima firma della deputata Amalia Schirru, al Ministro dello Sviluppo Economico Romani.<br />"L'Istituto nazionale per il commercio estero, ormai ex Istituto per il commercio estero, ha bandito nell'ottobre 2008, previa autorizzazione della Presidenza del Consiglio dei ministri, un concorso a 107 posti area funzionale C, posizione economica C1; la graduatoria finale di merito relativa al concorso è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile 2010. Ad oltre un anno da tale data l'Ice, nel rispetto della normativa vigente, ha potuto assumere solo le prime 4 unità, su un totale di 107 vincitori (maggio 2011). Successivamente, il decreto-legge n. 98 del 2011 (Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria) ha previsto all'articolo 14, commi 17-27, la soppressione dell'Ice ed il passaggio delle funzioni, competenze e del personale italiano al Ministero dello sviluppo economico."<br />"E' infine intervenuto - proseguono gli interroganti - il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 luglio 2011, recante 'Autorizzazione ad assumere a tempo indeterminato e a trattenere in servizio unità di personale per le esigenze di varie amministrazioni dello Stato', con il quale si autorizza l'ICE ad assumere n. 12 unità (di cui 7 funzionari C1); la graduatoria è stata aperta con l'assunzione dei primi 4 vincitori, attualmente in servizio presso l'ex ICE e che verranno riassorbiti presso il Ministero dello sviluppo economico".<br />"I vincitori si trovano adesso in un vero e proprio limbo e incertezza del futuro, dopo aver affrontato un concorso molto complesso, cui hanno partecipato ben 15.000 candidati e che si è protratto per oltre un anno, comprendendo una prova preselettiva, due prove scritte e una prova orale, per sostenere le quali i candidati hanno dovuto impegnarsi in grandi sacrifici e rinunciare ad altre opportunità".</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-19967819611374489802011-09-08T06:19:00.001-07:002011-09-08T06:19:38.115-07:00L’ex Ice e l’incertezza di cento funzionari<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<i>Hanno vinto un concorso nell’aprile del 2010. Solo in 16 sono stati assunti. Poi l'Ice è stato smantellato</i><br /><br />ROMA - Avevano festeggiato l’esito del concorso per un posto da funzionario all’Ice. Su 15 mila candidati solo in 170 avevano superato una prova preselettiva, due prove scritte e una prova orale. Era l’aprile dell’anno scorso quando ancora l’Ice, l'Istituto nazionale per il commercio estero, navigava in buone acque.<br /><br />A maggio, dopo oltre un anno dall’esito della graduatoria, l'Ice ha assunto i primi quattro vincitori. Poi la notizia bomba. A luglio il governo, con un decreto-legge, decide la soppressione dell'Istituto ed il passaggio delle funzioni, competenze e del personale italiano al ministero dello Sviluppo economico. È scattata allora nei vincitori l’incertezza e il timore, nonostante l’aver superato un concorso pubblico di norma qualche certezza in più la dà. Negli articoli del decreto non si fa infatti alcuna menzione esplicita delle graduatorie dei concorsi già espletati dal soppresso Ice. Solo qualche giorno dopo è intervenuto il decreto del presidente del Consiglio dei ministri, recante “Autorizzazione ad assumere a tempo indeterminato e a trattenere in servizio unità di personale per le esigenze di varie amministrazioni dello Stato”, con il quale si autorizza l'ex Ice ad assumere 12 nuovi funzionari.<br /><br />Siamo dunque arrivati a quota 16, i cui primi quattro assunti, attualmente in servizio presso l'Istituto verranno riassorbiti presso il dicastero di Romani. E tutti gli altri? Che fine faranno? Lo hanno chiesto alcuni deputati in un’interrogazione scritta indirizzata direttamente al ministro Paolo Romani.<br /><br />“I vincitori – si legge nell’interrogazione - si trovano adesso in un vero e proprio limbo e incertezza del futuro, dopo aver affrontato un concorso molto complesso, cui hanno partecipato ben 15.000 candidati e che si è protratto per oltre un anno, comprendendo una prova preselettiva, due prove scritte e una prova orale, per sostenere le quali i candidati hanno dovuto impegnarsi in grandi sacrifici e rinunciare ad altre opportunità”. I parlamentari chiedono quindi come il ministero intenda adoperarsi per garantire che i restanti vincitori - ed idonei, per eventuale scorrimento della graduatoria - siano assunti e che ciò avvenga in tempi certi, in modo che non vadano né vanificati gli sforzi intellettuali dei vincitori, né sprecate le risorse pubbliche impiegate per espletare le procedure concorsuali.</div>
gasolinahttp://www.blogger.com/profile/14638310708070325857noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-77406721016492188202011-09-01T07:47:00.001-07:002011-09-01T07:47:54.836-07:00MANOVRA BIS: FAREITALIA, AGENZIA A SOSTEGNO DELLE PMI ALL'ESTERO<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">(ASCA) - Roma, 1 set - ''L'Italia non puo' permettersi di perdere il passo in uno dei suoi fiori all'occhiello, la diffusione, la riconoscibilita' e l'apprezzamento dei suoi prodotti all'estero. Per questo, la rivoluzione che sta interessando l'ICE, Istituto nazionale per il commercio con l'estero, che da decenni accompagna le nostreaziende nella loro viaggio oltre confine non puo' risolversi in un danno per l'export. Per questo, la discussione in Senato degli emendamenti a firma Saia, Butti, Fleres e' fondamentale. La proposta in campo, di creare l'Agenzia presso la presidenza del Consiglio per la Promozione degli Scambi e l'Internazionalizzazione dell'Impresa, dovrebbe rappresentare il trampolino di lancio tra l'Ice e una vera e propria trasformazione di tutto il sistema della promozione del Sistema Paese all'estero grazie alla creazione di un'unica societa' totalmente autonoma, snella ed efficace visto che l'export e' il vero punto di ripartenza per la crescita economica del nostro Paese''. E' quanto si legge nel fondo di FareitaliaMag, il magazine on line dell'associazione presieduta dall'ex viceministro al commercio estero, Adolfo Urso.<br />
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''La decisione di sopprimere l'Ice, come stabilito dalla recente manovra economica del governo, oltre a mettere in subbuglio tutte le risorse che ruotano intorno a quel mondo, se non adeguatamente compensata rischia di mandare a gambe all'aria un'esperienza - si legge su www.fareitalia.com - che, nonostante i suoi limiti, ha contribuito a promuovere i nostri prodotti all'estero dal 1926. L'Ice e' l'unica istituzione a livello statale centralizzata che sostiene le piccole e medie imprese italiane che decidono di operare all'estero anche solo per manifestazioni promozionali. La riforma del Titolo V della nostra Costituzione ha pero' assegnato in via concorrenziale la promozione del commercio estero e degli scambi anche alle regioni; in seguito anche soggetti privati hanno potuto intraprendere la promozione di aziende e professionalita' italiane nel mondo. Questo presupposto imponeva necessariamente una riorganizzazione dell'Ice, una ristrutturazione che non e' avvenuta tanto che il governo ha deciso di sopprimerlo affidando le sue funzioni ai ministeri competenti, degli Affari Esteri e dello Sviluppo Economico''.<br />
<br />
''Tuttavia, l'apparato ministeriale non dispone di quella autonomia funzionale e soprattutto finanziaria per poter facilmente assistere i soggetti a volte anche ditte individuali che cercano di esportare i loro prodotti e servizi. Il responso del Senato e poi della Camera sara' dunque necessario a capire se ci sono i presupposti per un'importante Agenzia che traini il commercio estero e che faccia da volano alla promozione di un Paese che al di la' dei suoi confini gode di una grande reputazione per la qualita' dei suoi prodotti'', conclude FareitaliaMag.</div>gasolinahttp://www.blogger.com/profile/14638310708070325857noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-34050308879489456892011-08-29T11:55:00.000-07:002011-08-29T10:56:05.654-07:00Niente Ice, imprese verdi al traino tedesco<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><b>Niente Ice, imprese verdi al traino tedesco</b><br />
<div><i>La missione alla fiera di Colonia in mano alla Germania dopo lo stop all'Istituto</i></div><div>di Dario Di Vico</div><div>dal Corriere della Sera (24 agosto 2011)</div><div><i> <br />
</i></div><div>Il presidente della Federalimentare Filippo Ferrua Magliani non usa mezzi termini: 'Siamo il Paese che cerca di perdere tutte le occasioni'. Gli industriali italiani del food sono furenti per quanto sta accadendo in materia di export. Con un lavoro di preparazione durato due anni l'Italia ha ottenuto di essere il Paese ospite d'onore di Anuga, la più importante fiera dell'industria alimentare del mondo che si tiene con cadenza biennale a Colonia e che aprirà il prossimo 8 ottobre. Ma a causa della soppressione inserita nella manovra anti debito, l'Ice non può più ricevere e firmare assegni e così tutta l'organizzazione della trasferta italiana è passata direttamente ai tedeschi.</div><div>Per avere qualche numero di riferimento basti pensare che sono 1.100 le aziende italiane che andranno a Colonia e saranno 180 i Paesi presenti tra cui gli emergenti dell'industria del food come Corea, Vietnam e Brasile. La delegazione italiana investirà nella trasferta tedesca dai 10 ai 12 milioni di euro che non passeranno più dall'Ice e che comunque non riusciranno a evitare un taglio delle manifestazioni e dei seminari previsti. In sostanza se prima l'Italia era la guest star ora rischia di esserlo molto meno, anche se Ferrua Magliani si dichiara pronto 'ad autofinanziare parte del programma'. E il motivo è semplice: 'Con un mercato interno che definire stagnante è un eufemismo per l'industria italiana del cibo l'export è vitale'. L'ultima cosa che ci possiamo permettere, dunque, è un flop a Colonia.</div><div>La partecipazione italiana ad Anuga è stata preparata addirittura con un road show mondiale che ha visto presenti gli organizzatori tedeschi della fiera e i nostri ambasciatori, gli uni accanto agli altri. E siccome a inaugurare la manifestazione sarà Angela Merkel, si stava lavorando per una presenza del capo di governo italiano e un successivo incontro. Per rendere ancora più significativa l'impronta tricolore il menù di Colonia elencava le presenze più significative della cultura enogastronomica made in Italy come Gualtiero Marchesi e gli esponenti di Slow food. A oggi non si sa cosa del programma potrà essere salvato e cosa no. Gli organizzatori, tra le altre cose, avevano preso con l'Ice anche un impegno di contrasto delle contraffazioni penalizzando i prodotti ad italian sounding, i vari Parmesan creati ad arte per fare concorrenza sleale alle nostre eccellenze. </div><div>Il caso Anuga rilancia la querelle sull'Ice e sulla sua soppressione giudicata da molti quantomeno intempestiva. La Federalimentare, che rappresenta 6.500 imprese e dà lavoro a oltre 400.000 addetti, è sicuramente tra quanti avrebbero desiderato un intervento più razionale e meno cervellotico. Ma rebus come quello di Colonia sono destinati a intensificarsi nelle prossime settimane. Da qui alla fine dell'anno erano in calendario, infatti, circa 300 eventi internazionali di varia caratura e che richiedono decisioni e scelte non rinviabili.</div></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-37906632714459113312011-08-28T12:24:00.000-07:002011-08-29T10:57:16.449-07:00Chiusura dell'Ice? Un gioco che non vale la candela<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><span style="font-weight: bold;">Chiusura dell'Ice? Un gioco che non vale la candela</span> <br />
di Rainero Schembri <br />
da Euronews.org (10 agosto 2011) <br />
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Uno dei provvedimenti che hanno destato maggiori perplessità nella politica di risanamento finanziario adottata dal Governo è stato sicuramente la soppressione dell’Ice, l’Istituto per il commercio estero, avvenuta in finanziaria mediante il decreto 98 del 6 luglio 2011 convertito nella legge 111/11. La ragione è semplice. Razionalmente si presuppone che un ente pubblico venga eliminato quando: a) determina incisivi tagli di spesa; b) ha una scarsa consistenza; c) viene ritenuto inutile dai potenziali beneficiari; d) incide scarsamente sull’economia nazionale; e) può essere facilmente integrato. Vediamo se è questo il caso il caso dell’ICE. <br />
<strong>Risparmi</strong>. L’aspetto ‘risparmio’ si trova al primo punto perché formalmente è la ragione madre della soppressione dell’Ice. Ebbene, da diversi anni in perfetta controtendenza con quanto sta avvenendo, ad esempio in Francia, Germania e Inghilterra, l’Italia ha sempre diminuito i contributi all’Agenzia nazionale che sostiene l’export. Attualmente questo contributo si aggira sui 110 milioni di euro all’anno, comprensivi dei costi di personale e di gestione delle sedi in Italia e all’estero. Saranno milioni risparmiati? Difficile immaginarlo. Il personale (circa 700) continuerà ad essere pagato presso altri ministeri e anche i costi della sede centrale (che probabilmente verrà assorbito dal Ministero per lo sviluppo economico) continueranno ad essere gli stessi. Si risparmierà sicuramente sugli uffici in Italia e all’estero. Ma in compenso si perderanno gli oltre 50 milioni di contributi che l’Ice riscuote annualmente dalle aziende private per i servizi prestati. Non occorre a questo punto essere un esperto ragioniere per rendersi conto che nell’ambito di un manovra di 48 miliardi forse gli unici veri risparmi si avranno con i 48 precari licenziati (alcuni avevano appena superato un concorso durato un anno). <br />
<strong>Consistenza</strong>. L’Ice è stato fondato nel lontano 1926. Il suo ruolo nell’ambito del commercio estero italiano è cresciuto sensibilmente nel corso degli anni. Nel 2010 hanno partecipato alle iniziative dell’Istituto poco meno di 20 mila aziende: circa 7 mila hanno beneficiato di servizi personalizzati (informazione, assistenza e consulenza gratuiti) e 2.300 di servizi a pagamento. Sono state ben 7171 le iniziative promozionali in 74 Paesi per 80 settori merceologici che hanno prodotto oltre 40 mila incontri tra aziende italiane e controparti estere. Fino a poco tempo fa l’Ice vantava 115 unità operative in 88 paesi: una cifra che è scesa a 92 con la chiusura di importanti sedi come Praga, Amsterdam, Bratislava, Dublino, Manila e Lisbona. Gli uffici regionali sono 17 uffici. <br />
<strong>Beneficiari</strong>. E’ forse il punto centrale. Cosa ne pensano i potenziali beneficiari dell’Ice? Praticamente c’è stata una levata di scudi da parte di moltissime categorie e associazioni, dalla Confindustria alla CNA (artigiani), alla Confapi (piccoli industriali) , allo SIMI (Sistema moda), all’Acimit (macchine tessili), Federmeccanica, Acimit (macchine tessili), Assovini, all’Anica (cinematografia), ecc. Tutti sembrano concordi nel sostenere che verrà a mancare in Italia un vero punto di riferimento per le attività all’estero. Del resto è sufficiente ricordare già nelle prossime settimane sono ad alto rischio la Fiera della moda di Mosca (200 aziende), la Fiera agro alimentare di Colonia (270 aziende e 13 organismi associativi), diverse iniziative in Brasile e Germania che dovrebbero coinvolgere oltre 600 aziende, nonché la importante Fiera delle macchine tessili di Barcellona (400 aziende). <br />
<strong>Economia nazionale</strong>. Ma l’Ice interessa solo gli esportatori (che, comunque, sono oltre 200 mila) o può essere considerato un Istituto di interesse nazionale? La risposta sembra ovvia se prendiamo in considerazione il peso del commercio estero sul Pil che è del 53,9% (export, import e servizi). Per la cronaca il 69,3 % del commercio estero italiano riguarda l’Europa mentre i primi 5 mercati extra UE sono Cina, Turchia, Russia, Giappone e Brasile. In parole povere, l’economia italiana nel suo complesso dipende moltissimo dal commercio estero ma nonostante ciò è deciso di tagliare la sua struttura pubblica che promuove l’export (e che, anche attraverso l’indotto), garantisce milioni di posti di lavoro. <br />
<strong>Procedura di sostituzione</strong>. In questo caso la domanda è: Chiudere l’Ice per fare che? Purtroppo non ci è stato possibile avere una risposta sicura e coerente. Allo Stato attuale è previsto semplicemente che il personale all’estero verrà ‘inglobato’ o ‘ospitato’ presso le nostre rappresentanze diplomatiche (ambasciate e consolati) mentre il personale della sede centrale di Roma e nelle varie Regioni verrà integrato nel Ministero dello Sviluppo Economico. In che modo e con quali funzioni non lo sa nessuno. In pratica, a sentire anche i sindacati dell’Ice, è stato semplicemente creato un mostro con due teste che fa capo a due ministeri. E tutto ciò senza prevedere una fase transitoria in grado di mantenere almeno gli impegni già assunti. <br />
Per ora diverse forze dell’opposizione si stanno mobilitando nel tentativo di bloccare il dissolversi di un patrimonio enorme di conoscenze, esperienze personali, nonché di una delle più grandi banche dati sull’export in Europa. C’è da sperare che anche all’interno della maggioranza prenda corpo l’idea di riconsiderare una scelta che potrebbe rivelarsi un vero boomerang anche sul piano dei risparmi. Detto ciò, non v’è dubbio che anche la politica di sostegno al nostro commercio con l’estero necessita di una ristrutturazione e di una maggiore razionalizzazione dei costi. Inoltre, ci appare opportuno che l’Ice o una eventuale nuova agenzia torni alla mission iniziale, che è quella di assistere soprattutto i piccoli imprenditori nei mercati più difficili. Certe grandi manifestazioni all’estero forse fanno molta immagine a chi le promuove ma servono poco ai piccoli imprenditori. Del resto le grandi aziende non hanno bisogno dell’Ice per affermarsi sui mercati internazionali. In ogni caso, se proprio s’intende chiudere l’Istituto, almeno si affidi a una sola testa il compito (e la responsabilità) di disegnare, gestire e promuovere le nostre importazioni, esportazioni e investimenti all’estero. E che lo si faccia subito. <br />
<br />
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-75362074264605507002011-08-28T05:13:00.000-07:002011-08-28T05:19:31.028-07:00Ice, la beffa della soppressione scompaiono incassi per 52 milioni<span style="font-weight:bold;">Ice, la beffa della soppressione
<br />scompaiono incassi per 52 milioni</span>
<br /><span style="font-style:italic;">Addio ai contributi che venivano dalle imprese esportatrici. Via 80 precari proprio mentre viene approvato il decreto per la loro assunzione</span>
<br />di Rosaria Amato
<br />da Repubblica (31 luglio 2011)
<br />
<br />ROMA - Cinquantadue milioni di mancati incassi solo per il 2011, che sarebbero arrivati dalle aziende che partecipano alle fiere, ai corsi di formazione e alle tante iniziative promosse dall' Ice. Altro che risparmi: dalla soppressione dell' Istituto del Commercio con l' Estero, disposta con il decreto sulla manovra da 48 miliardi varata nei giorni scorsi, lo Stato ha tutto da perdere, e non solo in termini d' immagine e di operatività, ma anche in termini economici, sostengono Cgil, Cisl, Uil e Cisal-Fialp, che elencano tutti i contributi delle imprese grandi e piccole che andranno persi, facendo notare che dovranno comunque essere versati ogni mese gli stipendi dei dipendenti, che verranno riassorbiti dal ministero dello Sviluppo Economico e dal ministero degli Esteri. L' unico, modestissimo risparmio derivante dalla soppressione dell' Ice, è costituito dal licenziamento degli 80 precari che da tempo lavoravano per l' Istituto. Alcuni di loro fanno parte dei 107 vincitori del concorso bandito nel 2008: finora sono stati assunti solo i primi quattro in graduatoria. Altri 12 dovrebbero essere assunti nelle prossime settimane: il 7 luglio, all' indomani della pubblicazione del dl sulla manovra che sanciva la soppressione dell' Ice nella Gazzetta Ufficiale, è stato approvato dal Consiglio dei ministri il decreto di assunzione per questa seconda tranche. «Schizofrenia del potere», hanno commentato i sindacati. Le due procedure viaggiano ciascuna per proprio conto,e non interferiscono l' una con l' altra. I 12 possibili assunti sono con il fiato sospeso: «Io sono tornato dalla Gran Bretagna, dove avevo preso un' altra laurea, perché pensavo che l' assunzione all' Ice fosse imminente. Se avessi saputo che sarebbe andata così, avrei fatto bene a rimanere dov' ero, e non è detto che non ci torni!», commenta scoraggiato uno dei 12.
<br />Ma intanto all' Ice regna il caos, e i precari non sono i soli ad essere preoccupati: è stata revocato all' ultimo momento uno sciopero generale per chiedere il pagamento degli stipendi, perché anche quelli erano in forse. «Non è stato previsto alcun regime transitorio - spiega un sindacalista - e quindi è tutto fermo: non possiamo pagare i fornitori». Per gli stipendi invece la situazione è stata sbloccata in extremis da un provvedimento interno.
<br />L' Ice aveva partecipato o stava per partecipare quest' anno a 250 iniziative promozionali, nelle quali erano coinvolte oltre 4600 aziende italiane, e aveva organizzato 60 tra corsi e seminari formativi rivolti a oltre 1100 imprese. «L' anno scorso abbiamo incassato 64 milioni di contributi da parte dei privati - spiega un rappresentante sindacale - sono soldi persi, soldi che vengono a mancare nel bilancio pubblico. L' Italia, nonostante l' importanza che le imprese esportatrici rivestono per la nostra economia, sarà l' unico Paese industrializzato a non avere una Trade Promotion Organization di sostegno all' export. E questo senza l' ombra di un risparmio». Una posizione condivisa anche dalle associazioni imprenditoriali.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-86356083756385612452011-07-18T20:33:00.000-07:002011-07-18T20:33:42.753-07:00Inutile sciogliere l’ICE<b>Inutile sciogliere l’ICE</b><br />
<i>La manovra cancella l’Istituto per il commercio estero. Spariscono le funzioni e il personale viene assorbito dai ministeri. Col risultato che una macchina ben oliata sparisce per risparmiare pochi euro. Contro il parere degli imprenditori </i><br />
<i></i>di Cecilia Tosi<br />
da Left (15 luglio 2011)<br />
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L'Ente che serve si cambia. Oppure, se si chiama Ice, si congela. L’Istituto per il commercio estero chiude ma non scompare, secondo quanto deciso dal decreto di stabilizzazione, perché personale e funzioni saranno assorbiti in parte (gli uffici romani) dal ministero per lo Sviluppo e in parte (i dirigenti all’estero) dalla Farnesina. In realtà chiusura dell’istituto significa chiusura dei programmi di promozione, dell’assistenza alle aziende, delle iniziative volte all’export. Significa sacrificare lo sviluppo per uscire dalla crisi. Come voler uscire da un fosso tagliandosi le braccia. <br />
L’Istituto per il commercio estero funziona, lo sanno tutti. All’indomani della chiusura si lamentano gli imprenditori: «Tutto è pronto per i Saloni WorldWide, 400 aziende che scaldano i muscoli per Mosca, ma l’Ente cofinanziatore, l’Ice, è stato abolito dalla manovra finanziaria e i Saloni in Russia sono a rischio, creando difficoltà concrete alla Federazione», ha detto Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo. <br />
«La chiusura dell’Ice diffonde un clima di incertezza per le imprese, specie in un momento molto delicato come questo», sostengono i calzaturieri presieduti da Cleto Sagripanti, «dove sembra profilarsi una leggera ripresa e c’è assoluto bisogno di politiche di internazionalizzazione forti ed efficaci». <br />
E invece, delle politiche di internazionalizzazione il governo se ne infischia. In Gran Bretagna, l’Ente per il commercio estero ha ricevuto, nel 2010, 328 milioni di euro, in Giappone 236 milioni, in Francia 212 e in Spagna 204. L’Italia ne ha dati all’Ice appena 135 milioni - di cui 50 destinati alla promozione delle imprese - e adesso chiude direttamente l’Istituto. Gli imprenditori restano sbigottiti, persino la Marcegaglia si lamenta: «Pensavamo a una riforma dell’istituto, non a una sua eliminazione». Eppure il governo ci prova già da un po’: nel 2010 si era già parlato di chiusura, ma all’ultimo momento l’Ice si era salvato. «Navighiamo in cattive acque da quando il ministero per il Commercio è confluito in quello per lo Sviluppo», ci spiega un funzionario dell’istituto che vuole restare anonimo. «Abbiamo perso progressivamente peso fino all’arrivo del ministro Paolo Romani, che è stato nominato per occuparsi di comunicazioni, non certo di commercio estero. Il budget per la promozione era in discesa libera: tre anni fa 100 milioni, quest’anno 50 e il prossimo erano previsti 30. Però l’Ice i soldi li moltiplica». Non si tratta di pani e pesci, ma di investimenti statali che attirano quelli privati: i 50 i milioni spesi nella promozione sono diventati 120. Alle iniziative che finanzia, infatti, l’Ice fa partecipare le aziende, che a volte coprono anche per il 70 per cento del budget. Così fiere e seminari dedicati al made in Italy raccolgono ingenti fondi privati che fruttano al sistema Italia. In più, ci sono le entrate che provengono dal servizio di assistenza alle aziende: l’Ice fornisce informazioni e offre una consulenza a pagamento a imprese interessate all’export: per quest’anno la previsione di incasso è tra i 5 e i 6 milioni. Mica male. Fin qui le perdite ottenute con la chiusura dell’istituto. E il risparmio? «Prossimo alla zero», ci spiega il funzionario, «perché l’unica voce di spesa tagliata è quella degli stipendi del consiglio di amministrazione, composto da appena 5 persone. Le altre buste paga (640 dipendenti, ndr) resteranno invariate e quelle poche decine di milioni destinati alla promozione delle imprese non potranno essere eliminati, se non si vuole irritare ulteriormente Confindustria». Le risorse verranno semplicemente disperse, questo perché il governo erlusconi ama la razionalizzazione. Ci spiega Laura Garavini, deputata Pd eletta all’estero, nella circoscrizione Europa: <br />
«Lo spacchettamento tra due ministeri non è costruttivo, soprattutto perché richiederà l’istituzione di una nuova agenzia che svolga le funzioni ora svolte dall’Ice e quindi, invece di diminuire, i soggetti aumenteranno, creando nuovi costi». Per ora, però, non è dato sapere chi si occuperà delle attività promozionali, un settore che attualmente comprende 700 iniziative all’anno, vale a dire due al giorno. E c’è chi li chiama fannulloni. «La certificazione che non siamo da buttare è che ad ogni fiera c’è la fila per i nostri servizi», continua il funzionario, «e che nel sistema di valutazione che sottoponiamo alle imprese, il 90 per cento di quelli che si sono rivolti a noi si sono dichiarati soddisfatti o molto soddisfatti». Ma perché nel 2010 l’Ice è sopravvissuto e nel 2011 no? «Il direttore Umberto Vattani si è sempre affidato a Gianni Letta», spiega, «L’anno scorso ha funzionato, adesso no. Forse perché Letta non ha più i margini di manovra di una volta». <br />
Le aziende dovranno rassegnarsi. Gli uffici all’estero confluiranno nella ambasciate e per stimolare l’export il ministro Frattini sostiene di voler puntare sugli Istituti di cultura italiana fuori dai confini nazionali. La Farnesina ha sempre aspirato a integrare i vari servizi e a ricondurre altri soggetti sotto il suo controllo, «ma non ci si può relazionare a mercati maturi», spiega il funzionario, «dove le imprese conoscono già bene le merci italiane, invitando i partner a mangiare mozzarelle e ascoltare la pizzica. Ci sono situazioni in cui serve selezionare le aziende migliori per un determinato target, senza buttare tutto in un calderone di generica italianità». Il ministero degli Esteri, però, ama l’inclusione. Tanto che, dopo le ultime lamentele di Confindustria, Frattini sta pensando se inglobare tutto l’Ice nella Farnesina. L’Istituto si salverebbe, ma il suo approccio sarebbe completamente diverso: se adesso l’Ice manda negli uffici all’estero solo un italiano - il direttore - e per il resto <br />
usa personale locale, la Farnesina preferisce spedire dall’Italia - e queste sì che sono spese - tutti i dipendenti: dal dattilografo all’autista. Per non parlare della procedura di contabilità utilizzata dall’Istituto per i suoi servizi alle imprese, necessariamente più snella rispetto a quella burocrazia ministeriale: «sarebbe impossibile aiutare un’azienda», sostiene il funzionario.<br />
L’Ice è una vittima sacrificale. Di chi voleva dimostrare di poter chiudere qualcosa. E di chi gli ha preferito le camere di commercio. Sono queste iultime, infatti, l’altra faccia della presenza italiana all’estero, associazioni di imprese, organizzazioni private, che forniscono servizi a chi paga. Sono loro a sopravvivere alla sforbiciata, perché con lo Stato non hanno niente a che fare e dunque neanche con gli interessi pubblici. Sono diventate sempre più importanti da quando è stato istituito il voto per gli italiani all’estero, «in alcuni casi possono aver funzionato da veri e propri comitati elettorali», sostiene il funzionario Ice, «Non lo escludo», commenta Laura Garavini. Quel che è certo è che alcuni deputati eletti all’estero presentano nel loro curriculum incarichi di rilievo nelle Camere di commercio italiane nel mondo. Di formazione “camerale”, sarà un caso, anche l’attuale capo di gabinetto del ministero dello Sviluppo. «Non bisogna dimenticare che sono strutture di carattere privato», sottolinea Garavini, «che finora sono state in concorrenza con l’Ice e che si fanno pagare per i loro servizi». Con un avversario in meno guadagneranno di più.<br />
<div>E nonostante le rassicurazioni del governo sul mantenimento dei posti di lavoro, c’è anche qualcuno che a piedi ci resta: sono i 103 vincitori del concorso del 2008 che non sono ancora stati assorbiti. Loro resteranno a vagare nel limbo creato da due paroline del decreto: «in servizio». Il personale che verrà reintegrato nel ministero dello Sviluppo, infatti, è quello attualmente seduto dietro una scrivania, non quello in graduatoria. Eppure li avevano selezionati perché, come spiega Cinzia Nannipieri del Comitato Vincitori non assunti Ice, «l’Istituto aveva necessità di 300 persone in più, vista la quantità di lavoro crescente sia a Roma che all’estero». Il concorso vinto da 107 persone - di cui solo 4 sono stai assunti dal 2008 - è costato un sacco di soldi «e adesso, alla faccia del risparmio, potrebbe essere vanificato tutto», spiega Nannipieri, «perché far passare una graduatoria da un Ente a un altro, dall’Ice al ministero, è impresa ardua. E pensare che alla Camera, in commissione lavoro, stanno discutendo da settimane di un meccanismo per superare il blocco del turn over». I 103 vincitori, tutti qualificatissimi e specializzati in materie internazionali, rischiano di restare in attesa per sempre, perché l’Ente a cui dovrebbero fare ricorso non esiste più. Il governo ha trovato una soluzione buona per tutti i problemi: se non vuoi rispondere a una domanda, diventa muto. </div>gasolinahttp://www.blogger.com/profile/14638310708070325857noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7348147588546002095.post-10612431151226046902011-07-18T03:36:00.000-07:002011-07-18T03:36:31.364-07:00Manovra, troppi giochi attorno all'abolizione dell'Ice e al suo trasferimento alla Farnesina<b>Manovra, troppi giochi attorno all'abolizione dell'Ice e al suo trasferimento alla Farnesina</b><br />
<i>di Ugo Calzoni</i>*<br />
da First Online (18 luglio 2011)<br />
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<i>La babele delle iniziative di forze politiche, sindacali, ministeriali e burocratiche sullo scioglimento dell'Ice, sancito dal decreto sulla manovra, rischia di affossare la portata innovatrice della mossa di Tremonti-L'incredibile storia del nuovo dg assunto alla vigilia dello scioglimento-Il caso Vattani: 200 giorni di missioni all'estero</i><br />
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Dopo che nella manovra finanziaria si è decretata la morte dell’Ice, le iniziative messe in campo dai sindacati, dai partiti e dalle organizzazioni imprenditoriali e quelle annunciate da più parti, vanno tutte in direzione opposta l’una all’altra, preannunciando una confusione di idee e di proposte che non porteranno ad alcun risultato utile per le casse pubbliche e a quel ripensamento organizzativo necessario ad affiancare la crescita esportativa delle piccole e medie imprese italiane.<br />
<br />
Limitiamoci ai fatti. Quello che il Decreto, approvato oggi al Senato e già all'esame della Camera, sancisce non è altro che la fotografia di una una situazione vecchia di qualche anno, emersa con chiarezza da molti mesi ma non recepita nelle sue evidenze dai vertici dell’Istituto. Eppure i segnali sono stati numerosi e di una evidenza assoluta: tagli di fondi, richiami costanti al contenimento della spesa corrente, richieste di azioni di razionalizzazione del sistema. Segnali caduti nel vuoto. Il Cda dell’Ice (composta da quattro imprenditori di primo piano e da un Presidente di lungo corso, navigato potremmo dire) si è limitato a prendere atto della situazione e a rinviare qualsiasi iniziativa. Per oltre sei mesi l’Istituto è stato lasciato senza Direttore Generale nei poteri statutari per assumerne uno a pochi giorni dallo scioglimento dell’Ice e alla cancellazione immediata della sua funzione. Si prepari il Ministero ad una causa per danni. Nel frattempo il presidente Vattani portava a termine i suoi tradizionali 200 giorni di missione all’estero con al seguito una struttura attenta a conservare le piccole certezze delle destinazioni estere o delle missioni fieristiche. Eppure chi conosce l’Istituto sa di una fascia di dirigenti e quadri altamente professionali, padroni di due o tre lingue, capaci di costruire percorsi commerciali in condizioni anche difficilissime (vogliamo ricordare l’opera degli Uffici in Kuwait, in Iraq, nella Cina che si stava affacciando al mercato?)<br />
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A gennaio la presidente della Confindustria Emma Marcegaglia ha proclamato: “Riformeremo l’Ice e lo privatizzeremo”. Poi più nulla. Silenzio. Solo l'altroieri il vicepresidente Alberto Bombassei ha dato voce ad alcune preoccupazioni delle categorie per spendersi con una scelta in favore di una Agenzia che faccia riferimento alla Farnesina. Siamo tutti vecchi del mestiere per non sapere che Confindustria è ormai entrata dentro il semestre bianco e nulla si muoverà sino a quando un nuovo Presidente varcherà la soglia di Viale dell’Astronomia.<br />
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All’Ice si è presentato il plenipotenziario del Ministro Romani per ordinare ai dirigenti di non firmare alcunché e di non assumere decisioni se non quelle strettissime dell’ordinaria amministrazione. I Sindacati picchettano di volta in volta il palazzo del Senato e quello di via XX settembre nello stanco rituale di una difesa corporativa di prerogative ormai sfarinate da tempo.<br />
<br />
Qualche settore dell’ex Ministero del Commercio Estero sogna il ritorno (con Adolfo Urso) degli Sportelli Italia; l’altra metà si prenota nell’eventualità che la Farnesina faccia da Ministero di riferimento sognando per sé destinazioni estere. Il Ministro Romani traccheggia tra la promessa di tenere in casa l’Istituto promesso da tempo al sistema camerale.<br />
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A questo punto occorre coraggio e coerenza da parte del Ministro Frattini e di tutta la struttura diplomatica: l’unica in grado di rimettere con rapidità in piedi il presidio dei mercati esteri, di chiudere la troppo pesante presenza dell’Istituto su quelli domestici, di “sfruttare” al meglio il molto di buono che esiste dentro le professionalità di tanti dipendenti dello storico Istituto del Commercio Estero.<br />
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* Già direttore generale Icegasolinahttp://www.blogger.com/profile/14638310708070325857noreply@blogger.com0